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Intervista all'artista cinese Zhang Qi-Kai che espone le sue installazioni alla Galleria Marconi

| CUPRAMARITTIMA - Orologi che si muovono all'indietro e spettrali giardini zen per un'arte che si pone tra occidente ed oriente

di Antonella Roncarolo

E' stata inaugurata domenica pomeriggio, presso la Galleria Marconi di Cupramarittima, la mostra dell'artista cinese Zhang Qi-Kai che ha presentato due opere “Mezzogiorno mezzanotte” e “Giardino Zen”. Zhang Qi-Kai studia dal 1995, presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove vive e lavora.

Come possono essere definite le sue opere?
Le definirei “installazioni” ed ho scelto questo metodo perché mi permette prima di tutto di lavorare con maggior libertà proprio per il fatto che posso usare svariati materiali  e accostarli tra loro. Soprattutto penso che questo modo di lavorare è più vicino alla realtà perché si relaziona con  lo spazio tridimensionale, tutto , e accorcia le distanze tra opera d'arte e spettatore.

I suoi lavori sono caratterizzati dalla ricerca di punti d'equilibrio, sempre in bilico fra opposti elementi che si confrontano e si scontrano. E' questo il filo conduttore che unisce le tue opere?
Si apparentemente è così, ma intorno a questo vivono tante altre domande, tante altre esperienze e interessi che poi si sintetizzano intorno a due punti d'equilibrio, opposti o simili.

Nel suo ultimo lavoro,  presentato presso la Galleria Marconi di Cupra Marittima, quale messaggio ha voluto comunicare?
Non c'è proprio un messaggio che voglio comunicare ma più una mia riflessione , una mia idea sulle cose ci circondano, sulle  esperienze che viviamo, sulla situazione che ci coinvolge quella politica, religiosa, sociale. In particolare  l'installazione  “ Giardino Zen ”  è una metafora, una riflessione sulla continua lotta, sulla competizione, sulla continua sopraffazione, alla fine, tutte queste rende una  aspetta un po' ridicola,   la ricercata serenità diventa morte, un “giardino di morte”.  

La simbologia cinese che a volte compare nelle sue opere rappresenta il forte legame con le sue origini?
La simbologia che a volte compare nelle mie opere ,anche se non di frequente, è comunque, spontanea e naturale, è una influenza delle due esperienze culturali che mi appartengono ed io non rifiuto né una né l'altra, anzi con loro devo relazionarmi.

Quali sono le sostanziali differenze (se ce ne sono) fra il mondo dell'arte occidentale, di cui oggi lei fa parte, ed il mondo dell'arte orientale, da cui proviene?
Oggi si beve caffè  in Cina  e  tè in  Occidente, questo per dire che le distanze sono sempre più relative e le influenze sempre più costanti; posso dire che l'arte occidentale si inclina sull' “analisi e l'espressione” , e l'arte orientale si  inclina sulla “sintesi e riflessione”.

17/02/2003





        
  



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