Si è inaugurata  all'auditorium San Martino la mostra sull'attività archeologica delle Università italiane in Libia che si tiene nell'ambito del incontro di studio che si sta svolgendo a Macerata a Fermo.
Il convegno è  organizzato dall'Università di Macerata in collaborazione con l'Ente Universitario del Fermano con il sostegno del Comune di Fermo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo.

L'iniziativa rappresenta una delle tante attività culturali aperte alla città  che si stanno svolgendo a sostegno dei corsi di laurea in Scienze dei Beni Culturali dell'università di Macerata che si tengono a Fermo.
L'incontro odierno ha riguardato l'attività connessa all'indirizzo archeologico essendo  organizzato dal dipartimento di scienze archeologiche e storiche dell'antichità dell'ateneo Maceratese.

Prima dell'inizio dei lavori delle giornate fermane del Convegno "Archeologia Italiana in Libia Esperienze a confronto"  il  prof. Di Vita  ha illustrato ai numerosi intervenuti la mostra  che ha suscitato un grande interesse.

La mostra raccoglie  la documentazione delle campagne di scavo in Libia condotte da numerose università italiane  che si sono  date appuntamento in questo convegno per un confronto di esperienze.
La fama internazionale del prof. Antonino Di Vita da lustro a questa iniziativa che nella mostra fornisce anche  l'occasione di ammirare un meraviglioso acquerello di C. Catanuso , in scala 1:10  del mausoleo di Sabrhata ,per la prima volta esposto al pubblico.

Interessanti i pannelli relativi agli scavi  di Leptis Magna  ed di Cirene.
Hanno presenziato ai lavori Alessandra   Bestini  della direzione generale del Ministero degli Affari Esteri ed il consigliere dell'ambasciata della Repubblica socialista della Libia Mufthah-Khlief.
I lavori  si sono svolti secondo l programma , dopo il saluto del Sindaco di Fermo  Sarturnino Di Ruscio  e del Presidente della Fondazione Amedeo Grilli .
Nella giornata di domani si concluderanno i lavori con l'intervento del Magnifico Rettore dell'Università di Macerata Prof. Alberto Febbraio.