Edilizia: guerra sul contratto integrativo
| ASCOLI PICENO - I sindacati sul piede di guerra: "Le imprese non vogliono la trattativa"
di Renato Pierantozzi
"Il contratto integrativo provinciale dei lavoratori edili è scaduto nel dicembre 2001. Da allora ci sono stati solo due o tre incontri informali con le imprese mentre l'Assindustria è latitante. Più che imprenditori, i costruttori sono diventati dei commercianti. Attenti agli affari ma disinteressati alla formazione tecnica delle maestranze".E' questa la denuncia dei sindacati Cgil Cisl e Uil impegnati da un anno mezzo nel rinnovo dell'integrativo per le migliaia di lavoratori della provincia impiegati nel settore dell'edilizia.
"Vogliamo tornare alla contrattazione e adesso aspettiamo la risposta della controparte dice Ubaldo Falciani segretario provinciale della Fillea-Cgil Fino ad ora abbiamo avuto l'impressione che le imprese vogliano rimandare nel tempo il rinnovo del contratto. Il settore edilizio attualmente è in espansione continua Falciani anche se con la fine (a partire dal mese di settembre) degli incentivi statali sulle ristrutturazione c'è il rischio di una nuova crisi. Proprio per questo è necessario rilanciare gli strumenti a tutela dei lavoratori già esistenti - continua l'esponente della Cgil - e nello stesso innalzare la qualità del lavoro delle imprese. Penso alla Cassa Edile, alla Scuola edile e il comitato paritetico per la sicurezza. Questi strumenti attualmente sono abbandonati a se stessi e non sfruttati adeguatamente".
Nel Piceno, i lavoratori impegnati nell'edilizia sono sei-sette mila secondo le organizzazioni sindacali. Quasi tremila sono regolarmente iscritti alla Cassa Edile mentre gli altri lavorano più o meno regolarmente. Il 35-40% è extracomunitario, a testimonianza che gli italiani ormai stano abbandonando questa professione. Elevata anche l'età media dei lavoratori: 48-49 anni. Mentre le imprese sono per lo più molto piccole, con una media di circa 3 lavoratori ognuna."Per i lavoratori stranieri manca la formazione mentale, linguistica e professionale aggiunge Leonardo Frascarelli segretario della Feneal Uil Siamo arrivati al punto che le imprese assumono capomastri in pensione per poter formare gli extracomunitari, quando invece c'è la scuola edile. E se ci fosse una nuova crisi, che fine farebbero tutti questi lavoratori? C'è il rischio di un coinvolgimento della malavita ".
"Il 90% delle Province italiane ha già rinnovato il contratto integrativo aggiunge Rolando Galanti della Filca Cisl i lavoratori del nostro territorio non possono aspettare ancora. Sono in discussioni questioni importanti come la tutela del lavoro, la formazione professionale e la lotta la lavoro nero ". E proprio in merito al lavoro sommerso, i rappresentanti sindacali hanno chiesto da tempo un incontro con il Prefetto. "Da quattro mesi lamentano Falciani, Galanti e Frascarelli abbiamo chiesto al Prefetto di essere ricevuti per discutere dell'accordo sul Documento unico per la regolamentazione contributiva. Sono passati mesi e ancora l'incontro non è avvenuto ".
"Vogliamo tornare alla contrattazione e adesso aspettiamo la risposta della controparte dice Ubaldo Falciani segretario provinciale della Fillea-Cgil Fino ad ora abbiamo avuto l'impressione che le imprese vogliano rimandare nel tempo il rinnovo del contratto. Il settore edilizio attualmente è in espansione continua Falciani anche se con la fine (a partire dal mese di settembre) degli incentivi statali sulle ristrutturazione c'è il rischio di una nuova crisi. Proprio per questo è necessario rilanciare gli strumenti a tutela dei lavoratori già esistenti - continua l'esponente della Cgil - e nello stesso innalzare la qualità del lavoro delle imprese. Penso alla Cassa Edile, alla Scuola edile e il comitato paritetico per la sicurezza. Questi strumenti attualmente sono abbandonati a se stessi e non sfruttati adeguatamente".
Nel Piceno, i lavoratori impegnati nell'edilizia sono sei-sette mila secondo le organizzazioni sindacali. Quasi tremila sono regolarmente iscritti alla Cassa Edile mentre gli altri lavorano più o meno regolarmente. Il 35-40% è extracomunitario, a testimonianza che gli italiani ormai stano abbandonando questa professione. Elevata anche l'età media dei lavoratori: 48-49 anni. Mentre le imprese sono per lo più molto piccole, con una media di circa 3 lavoratori ognuna."Per i lavoratori stranieri manca la formazione mentale, linguistica e professionale aggiunge Leonardo Frascarelli segretario della Feneal Uil Siamo arrivati al punto che le imprese assumono capomastri in pensione per poter formare gli extracomunitari, quando invece c'è la scuola edile. E se ci fosse una nuova crisi, che fine farebbero tutti questi lavoratori? C'è il rischio di un coinvolgimento della malavita ".
"Il 90% delle Province italiane ha già rinnovato il contratto integrativo aggiunge Rolando Galanti della Filca Cisl i lavoratori del nostro territorio non possono aspettare ancora. Sono in discussioni questioni importanti come la tutela del lavoro, la formazione professionale e la lotta la lavoro nero ". E proprio in merito al lavoro sommerso, i rappresentanti sindacali hanno chiesto da tempo un incontro con il Prefetto. "Da quattro mesi lamentano Falciani, Galanti e Frascarelli abbiamo chiesto al Prefetto di essere ricevuti per discutere dell'accordo sul Documento unico per la regolamentazione contributiva. Sono passati mesi e ancora l'incontro non è avvenuto ".
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08/03/2003
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