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La lingua Italiana nel mondo

| Dalla difesa dell'Italiano al Rinnovamento degli Istituti di Cultura all'estero.

di Corrado Ruiz

La questione della lingua è argomento ricorrente in tutta la storia della letteratura. Spesso per impostare i criteri costitutivi dell'idioma, qualche volta per dimostrare il nesso strettissimo fra la lingua  come comunicazione strumentale e la lingua come elemento artistico nelle sue varie forme; purtroppo qualche volta anche per difenderla da frequenti trasformazioni o 'imbarbarimenti' che minacciavano la sua stessa genuinità.

La lingua italiana, negli ultimi secoli ha, poi, dovuto fare i conti con i dialetti di cui essa stessa era composta che, quasi come figli degeneri, le si rivoltavano contro nella pretesa di una possibile sopraffazione e sostituzione.

La lotta è stata spesso durissima e la sua sopravvivenza, per molti versi, è da ricondurre al legame che l'italiano aveva con la cultura antica e moderna.

Le tante accademie, fiorite nel trascorrere dei secoli, hanno fatto registrare notevoli correzioni a storture già in atto, rispetto ad una struttura fondamentale, o potenziali, soprattutto nell'incontro con altri idiomi che per eventi socio-economici si affacciavano all'orizzonte.

L'unità d'Italia sanava le controversie prospettando la necessità di utilizzare uno strumento unitario di comunicazione anche come occasione di elevazione culturale.

Ma subito dopo le deformazioni si sono ripresentate, vuoi con l'avvento di mezzi di comunicazione di massa sempre più  artificiali, vuoi per la necessità di recuperare semantiche culturali dialettali, vuoi per il massiccio accostamento alle lingue straniere che, pur riconoscendo una indiscussa validità, contrapponevano l'autenticità dei termini italiani con quelli stranieri spesso più accattivanti.

La nostra Costituzione, tuttavia, non si era preoccupata di salvaguardare la lingua nazionale 
' non c'è accenno ad essaì' quanto invece l'interesse a dichiarare il diritto degli idiomi alloglotti esistenti nel territorio nazionale.

Negli ultimi anni è stato ripreso un progetto antico, risalente al XVIII secolo, quello della costituzione di un Consiglio Superiore della Lingua Italiana (Disegno di Legge n. 933 del 21 dic. 2001), purtroppo poi accantonato.

Nei nostri giorni la lingua italiana deve affrontare una nuova battaglia: la sua consistenza nell'ambito delle lingue a diffusione mondiale nel momento in cui la globalizzazione impone criteri di scelta di strumenti adeguati di comunicazione e principi di economia delle energie formative a scapito dei principi generali della linguistica che propende  per la salvaguardia del valore assoluto della lingua come strumento di cultura .

Tale è stata storicamente l'italiana . La sua diffusione e la conquista di un dignitoso ottavo posto fra le lingue a vasta diffusione è riconducibile al carattere di supporto culturale di cui si è potuta fregiare, senza tema di smentita, primeggiando fra tutte.

I sostegni istituzionali in verità non sono stati molti. Forse la difesa della lingua italiana nel contesto universale è sembrata a molti un retaggio di un passato nazionalistico.

Tuttavia è bene rendere merito a qualche iniziativa pubblica e istituzionalizzata come l'opera della Società Dante Alighieri e gli uffici culturali istituiti presso le Ambasciate Italiane all'estero.

Ma oggi una nuova concezione degli  Istituti di cultura e della funzione diplomatica s'impone.

Gli Istituti furono costituiti nel lontano 1924 e hanno subìto scarse trasformazioni e aggiornamenti tanto che oggi possono vantare esclusivamente iniziative di creazione di corsi di lingua italiana nei vari Paesi, istituzione di scuole italiane, organizzazione di conferenze; ma sempre in piena autonomia che ha significato mancanza di coordinamento sia con le istituzioni culturali nazionali e sia fra le varie Ambasciate.

Un DDL  è stato predisposto che sia evoluto e consenta di attuare anche nel campo della cultura quelle innovazioni previste per le finalità dell'azione diplomatica che consiste nella promozione di tutta la produzione italiana e valorizzi assieme alla cultura tradizionale quelle novità di spicco nei settori  imprenditoriali, artistici, sociali.

Innanzitutto rafforzare l'azione di coordinamento della esistente Commissione Nazionale per la promozione della Cultura Italiana all'estero, con un utile collegamento con le realtà regionali e con le istituzioni precedentemente operative. A ciò si aggiunga la promozione della cooperazione scientifica e tecnologica come elemento di supporto della conoscenza e dell'espansione del sistema produttivo nazionale.

In questo contesto si impone una rivisitazione della diffusione della lingua italiana anche in considerazione della acquisita opportunità dei nostri connazionali all'estero di partecipare alla vita politica principalmente attraverso il diritto al voto. 

14/04/2003





        
  



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