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Intervista al presidente D'Ambrosio sui risultati del sondaggio

| Indagine della Giunta regionale sulla "Qualità della Vita e Sistema Sanitario delle Marche".

La Giunta regionale ha commissionato alla società "UNICAB ITALIA SPA" una indagine demoscopia sulle opinioni  dei cittadini delle Marche sulla qualità della vita e sul sistema sanitario.
Sui risultati dell'inchiesta il presidente Vito D'Ambrosio ha rilasciato la seguente intervista:

"1. Perché questa ricerca?
Anzitutto per avere un riscontro diretto su ciò che i marchigiani pensano, si attendono e criticano circa gli argomenti che sono di pertinenza del governo regionale. Le leggi Bassanini e la riforma dell'Ordinamento regionale (Nuovo Titolo V della Costituzione) hanno accresciuto notevolmente le responsabilità politiche delle Regioni nei confronti delle rispettive comunità.  Il dialogo con i cittadini diventa più stretto e dunque le Regioni si attrezzano per ascoltarli in modo sempre più capillare, anche utilizzando strumenti di questo tipo.

2. Che cosa emerge, in grande sintesi, dal sondaggio?
Diverse cose. Alcune possiamo considerarle delle conferme, altre delle indicazioni forti, altre delle richieste a cui cercheremo di dare risposte.

3. Le richieste?
La parte più ampia della ricerca è riferita alle problematiche della sanità. Innanzitutto la fiducia di fondo nelle potenzialità umane e professionali della sanità regionale: la fiducia nel medico di famiglia è condivisa addirittura dal 89% degli intervistati. E l'82% dà giudizio positivo della professionalità e dell'efficienza delle strutture sanitarie.
Secondariamente, una critica forte e motivata: i tempi di attesa per un esame diagnostico sono considerati inaccettabili dal 71% dei nostri concittadini. E la percentuale di giudizi negativi arriva al 75% sui tempi di attesa per una visita specialistica. Qui non c'è spazio per interpretazioni. Le cose così non vanno e gli interventi correttivi devono essere attuati con urgenza e con coerenza.
E, infatti, il 78% dei marchigiani ritiene necessaria la riforma del sistema perché, ci dice il 63%, l'attuale sanità non risponde alle esigenze dei cittadini. E solo il 48% dichiara di avere fiducia nella sanità regionale.
In terzo luogo una scarsa consapevolezza registrata negli intervistati circa la riforma che stiamo attuando, i suoi veri obiettivi ed anche il peso che la voce "sanità" ha sul totale del bilancio regionale.

4. Le indicazioni?
Le indicazioni riguardano sostanzialmente il modello marchigiano. Un modello dove il benessere materiale si coniughi con il  rispetto per i valori sociali. I marchigiani hanno fiducia soprattutto nella famiglia, nell'amicizia, nella chiesa, nel volontariato. E a livello politico nel proprio comune.
C'è poi una chiara indicazione di senso politico: il 64% afferma che è meglio pagare più tasse per avere più servizi mentre solo il 20% dice il contrario. Questo dato non va ovviamente inteso come una indefinita disponibilità a pagare: io lo leggo piuttosto come l'indice di una profonda e vorrei dire saggia maturità sociale, di un vero senso della collettività.
E con riferimento alla sanità, il 79% la vuole affidata alle strutture pubbliche, contro un 15% che la preferisce gestita dal privato. C'è dunque una conferma del nostro modello di sviluppo, fondato sul valori della sussidiarietà e sul ruolo sociale della sanità garantito dal "pubblico".

5. Le conferme?
R. I marchigiani sono ben consapevoli della qualità della vita nella nostra regione. Il 95 % degli intervistati non esita ad affermare che nelle Marche si vive bene e l'85%  si dice soddisfatto del proprio attuale tenore di vita.  Richiesti di indicare in quale altra regione italiana si viva meglio,  ben il 44% non ne sa indicarne alcuna.
C'è, comunque, un 30% che manifesta preoccupazioni per il proprio tenore di vita in futuro.

6. Le sintesi politiche  che si possono ricavare dai risultati della ricerca?
Partiamo ancora dalla sanità: il governo regionale è chiamato a ridisegnare una nuova "filosofia della salute" , ad attuarla nei fatti e di farla conoscere e comprendere.
Il compito della Regione è quello di aiutare i cittadini a difendere il proprio diritto alla salute.
La sanità è diventata sempre di più un comparto ad alta specializzazione, che richiede grandi investimenti in conoscenza e in attrezzature. Comunque rimane nella percezione dei cittadini un dato importante, la prevenzione, e questo ci chiede, giustamente, l'80% degli intervistati. La scienza e le tecnologie ci mettono a disposizione strumenti e conoscenze di prevenzione fino a pochi anni fa impensabili, ma questi mezzi, per esprimere tutta la loro potenzialità, debbono essere gestiti e offerti in una logica di centri di eccellenza. Se uno sta bene ma vuole fare un controllo approfondito, non importa se deve fare qualche chilometro per spostarsi dove ci sono attrezzature e competenze. Importa il livello di quelle attrezzature a di quelle competenze. Dobbiamo inoltre vincere una battaglia culturale per far capire che la sanità non si può più misurare in numeri. La sanità va misurata in servizi. Ad esempio, una struttura valida di assistenza domiciliare, che garantisca al malato di ricevere tutto il servizio di cui ha bisogno senza ricovero, è una risposta valida. Non è solo una questione di costi, è una questione di qualità del servizio.


7. E a che punto è il cammino verso la riforma della sanità?
Ci sono tre linee di intervento.
La prima è quella della razionalizzazione gestionale. Dobbiamo spendere meglio i quattrini. Su questa via si è già operato in modo positivo, ma non ancora sufficiente.
La seconda è quella della riorganizzazione della sanità sul territorio, dove si è definita la nuova architettura istituzionale fondata sulla partecipazione, in primo luogo dei sindaci, al governo clinico della sanità. Meno burocrazia e più servizi è il motto che ha guidato le scelte.
La terza è quella di mettere in atto nel prossimo biennio tutta una serie di iniziative di informazione-formazione che guidino i cittadini alla corretta gestione del loro diritto alla salute". Assieme ai medici di base, con l'aiuto forte delle Istituzioni locali, dobbiamo insegnare a cittadini come affrontare il problema della salute. Prenda ad esempio l'uso che tutti facciamo dei farmaci. Nelle nostre case ci sono armadietti stracolmi di medicine. Ci sembra che più scatolette abbiamo a portata di mano meglio difendiamo la nostra salute. E' una falsa certezza. E non tanto perché scarichiamo sui conti della sanità pubblica costi vertiginosi, ma perché ci facciamo del male.
E poi se l'82% dei marchigiani ci dice di non sapere in che cosa consiste la riforma sanitaria, vuol dire che siamo stati e siamo molto carenti sotto l'aspetto dell'informazione. E questo spiega anche i timori di metà della popolazione che la riforma abbia come obiettivo primo la riduzione dei costi.

8. E il giudizio complessivo sull'operato politico della Regione?
R. Le aree che vengono indicate come più problematiche sono: la pressione fiscale, la sanità, la viabilità, la tutela dell'ambiente,  la sicurezza, la disoccupazione, i servizi sociali e lo sviluppo economico. Su tutti questi argomenti potremmo dire, in termini scolastici, che il governo regionale supera l'esame. Ma questo non mi basta e non è il punto importante. Il dato a mio avviso significativo che emerge dalla lettura della ricerca è che la Regione è ancora percepita in modo sfumato, con compiti, poteri e strumenti non ancora ben chiari ai cittadini. Un po' per quella scarsa capacità di far conoscere le cose che si fanno e che si vogliono fare di cui ho già parlato, un po' perché, non bisogna mai dimenticarlo, la Regione è l'Istituzione più giovane nell'ordinamento italiano. E' ancora un'entità un po' misteriosa, da cui ci si aspetta comunque molto.
Dalla ricerca emerge, comunque, una sfida che la classe politica, in generale, deve saper raccogliere: solo il 18% afferma di avere fiducia nei partiti e il 34% ci dice di considerare i politici tutti uguali. Tuttavia il 60% riconosce che bisognerebbe interessarsi di più di politica, per scegliere bene. C'è, dunque, un atteggiamento di potenziale apertura che dobbiamo saper valorizzare. Dobbiamo uscire dai labirinti del politichese e approfondire con i cittadini un dialogo trasparente e che parli di cose, non di formule astratte. E questo definisce un compito importante per tutti, governo regionale ed opposizione, istituzioni  locali, strutture associative e partiti.

29/04/2003





        
  



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