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Passione si. Svendita no.

| L'ex Presidente della Samb, Rocco Sannicandro, sulla proposta di Gaucci circa la riqualificazione del Riviera.

di Rocco Sannicandro

Mi auguro che la Sambenedettese conquisti subito la serie B, già da quest'anno; mi auguro pure che nella stagione 2004/2005 calchi i campi della serie A.
Ma a questo auspicio non può serenamente seguire, anche quello che tutto ciò non avvenga a qualunque prezzo, fosse anche quello di uno scambio di consenso 'ad aedificandum' e di uso dello stadio per 99 anni.
Leggo con stupore che le proposte del pur meritevole attuale patron della società sportiva vengano esaminate con attenzione anziché con indignazione.
Vale la pena di ricordare che a qualunque imprenditore locale venisse fatta una proposta di questo genere si butterebbe a capofitto nell' 'affaire'. Ma non è questo il punto. Le questioni sono altre.

Innanzitutto vanno rimarcati i trascorsi sportivi di questa città che hanno visto protagonisti non solo nel calcio, ma anche in altre discipline (vedi l'atletica, vedi la pallacanestro) personaggi ' direi galantuomini ' che si sono impegnati in prima persona, rimettendoci tempo e risorse economiche, senza nulla chiedere in contropartita, anzi, a volte, gingendo in silenzio e con umiltà, a dilapidare patrimoni personali ed alla fine, giunti allo stremo, ritirarsi in buon ordine, senza clamore e lamentele né pretese, con la sola soddisfazione di aver fatto qualcosa per la squadra, per lo sport, per la città.

E' vero, il calcio è cambiato, la regola è 'Business to business', ma a tutto c'è un limite. E nei confronti di coloro che hanno servito la città 'gratuitamente' certe richieste mi sembrano irriverenti.
Né, inoltre, l'euforia del momento può far perdere la testa a tutti. Non mi inoltro nel nebuloso terreno delle garanzie e nel vanitoso scenario degli slogan e delle promesse, vorrei solo rimarcare che l'indimostrabile affermazione di 'veicolo pubblicitario' per la città di qualsiasi iniziativa sportiva e calcistica in particolare, va prima dimostrata e poi remunerata.

 A me pare dimostrato al contrario che in questa città negli anni di assenza della squadra di calcio dai campi della serie C il turismo non ha subito alcuna flessione; i dati statistici dicono il contrario. Ed allora?
 Viva il calcio, viva la Sambenedettese in B e presto in A, ma io penso che anche il più accanito dei tifosi, che paga il biglietto per accedere allo stadio, rischia di persona per l'incitamento alla squadra dentro e fuori casa, non potrebbe che sentirsi leso ed offeso se poi la logica dei dirigenti più che quella della passione fosse quella del 'business to business'.      

30/04/2003





        
  



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