Calcio e amore, gioie e... dolori. (Intanto la serie A è a soli sei punti, ma diciamolo sottovoce)
| ASCOLI PICENO - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio.
di Federica Poli
Stasera per me si gioca un derby: Ascoli -Lecce.
Eh sì, quando avete la sventura di scegliere l'altra metà della mela (quella col verme) o l'altra metà del cielo (quello con le nuvole) che proviene dal Salento la sfida assume toni molto più accesi. E immediatamente ti viene in mente il detto "Mogli e buoi dei paesi tuoi!".
Per 90 minuti la persona che ti riempie di attenzioni (quando gli serve qualcosa), che ti sostiene nei momenti tristi (quando si ricorda che esisti) e per la quale sei l'unica donna (quando non ce n'è una più avvenente nel raggio di 200 metri) diventa il tuo avversario, quello da battere (o abbattere?).
Per questo mi sento molto vicina a Braveheart Caracciolo, leccese purosangue, che si trova dinanzi schierata la squadra per la quale ha tifato per una vita.
E così, io e cuore impavido ci troviamo uniti da un unico destino!
Col coltello fra i denti (naturalmente è una metafora) ci apprestiamo a giocarcela questa partita , io sugli spalti e lui sul campo.
Stesso assetto anti-giallorosso, stessa voglia di vincere. Amo le sfide e mi gongolo al solo pensiero dello scherzetto da tirare a una formazione con caratura da serie A.
Comincia l'incontro con la solita puntualità ed io con il solito ritardo mi piazzo sugli spalti. I salentini sprizzano voglia di promozione da tutti pori e cercano di infilare la attentissima retroguardia bianconera con i frizzi di Chevanton e i lazzi di Giacomazzi!
Ma il nostro centrocampo ringhia e gattuso-Montesanto è al rientro dopo giorni di astinenza. Tenere Cataldo fuori dal campo è come rinchiudere un pit-bull in uno stanzino 1 metro x 1 metro. Quando esce ha lo sguardo che uccide e non solo quello. Per fortuna i giocatori del Lecce erano stati preventivamente avvertiti e se ne sono tenuti ben lontani.
La gara prosegue senza grosse emozioni fino al 40° minuto quando udite udite Braveheart (che strano scherzo del destino!) spinge in rete la palla carambolata sui suoi piedi a seguito di una furibonda mischia al centro dell'area.
Lui non esulta. Io esplodo!
Cuore impavido non ci ha tradito e da professionista ha compiuto l'inenarrabile. Se il Lecce non dovesse andare in serie A, gli consigliamo vivamente di non tornare in Puglia per un po', viste le facce e sentiti le invettive dei 600 tifosi salentini giunti con la velleitaria idea di espugnare il Del duca.
La seconda frazione si propone con i giallorossi che punzecchiano con la zanzara Chevanton e il nostro Cejas che utilizza a turno palettina, DDT e anche il vecchio rimedio della ciabatta per eliminare il fastidioso ronzìo notturno. Intanto Stella continua a brillare anche se il cielo stasera è coperto.
Io già pregusto lo sfottò post-partita preparando qualcosa da dire al fidanzatino furioso per la inaspettata (io l'avevo avvertito) sconfitta. La gara si conclude ma il mio derby continua.
Da realista posso dire che la salvezza è in tasca, da "ascolanetta verace", invece, dico che la serie A è a soli 6 punti!
Comunque la si veda "Che la festa cominci!"
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12/05/2003
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