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Dove va la sanità pubblica? Il caso del reparto di neurologia.

| SAN BENEDETTO DEL TRONTO - Prosegue il nostro viaggio all'interno dei meandri della A.s.l. 12, tra eccellenze e trasformazioni.

di Giovanni Desideri

Molti ricorderanno con intatta stima il dott. Gioacchino Bollettini, fondatore del reparto di Neurologia presso l'Ospedale 'Madonna del Soccorso' nel lontano '76. Impresa pionieristica nella provincia di Ascoli Piceno: il reparto, infatti, restò per lunghi anni l'unico con posti letto autonomi in tutto il territorio provinciale. Ed impresa epica, realizzata da Bollettini e da un solo aiutante, il dott. Luigi Curatola, attuale erede-primario, pardon: Direttore di Struttura Complessa di Neurologia. Il dottor Curatola è stato nominato dirigente nel '96 e riconfermato nel 2001, giusta la nuova normativa che prevede la verifica annuale dell'operato del direttore di struttura complessa e la conferma o revoca ogni cinque anni.

È un buon reparto? Curatola sottolinea con motivato orgoglio che dalla sua fondazione questo reparto è sempre stato al passo con la ricerca scientifica: per aggiornamento del personale, per l'immediata acquisizione di macchinari di nuova concezione, per allestimento di strutture ricettive ed ambulatoriali. Queste ultime, oberate di richieste, assicurano prestazioni di elettroencefalografia, elettromiografia (la più frequente), potenziali evocati, neurosonologia. I risultati di questo lavoro ormai quasi trentennale sono presto detti: questo reparto intercetta non solo l'intera utenza del territorio coperto dalla A.s.l. 12, ma spesso anche pazienti che arrivano da zone più o meno lontane. 'I residenti del nostro territorio che si rivolgono altrove, ci spiega il dott. Curatola, lo fanno esclusivamente in caso di tempi d'attesa troppo lunghi: ahimé un problema di difficile soluzione'. Un esempio fra tanti della qualità del reparto?
'Il trattamento della sclerosi multipla con interferone'.

La degenza. Una perla in arrivo. Alla degenza sono destinate oggi tre stanze, più quattro letti per pazienti in riabilitazione intensiva, sotto la direzione del dott. Lorenzo Agostini, fisioterapista. Proprio sul fronte della degenza, è ormai prossima all'apertura una struttura che dimostra quanto abbiamo detto finora: una Stroke [= ictus] Unit con quattro letti, più uno in telemetria (= paziente fuori stroke, la cui situazione clinica viene seguita attraverso macchinari), per il trattamento in urgenza appunto dell'ictus. Sarà una unità semi-intensiva, cioè con un medico non presente 24 ore al giorno.

"L'idea, ci spiega il dottor Curatola, è che un paziente colpito da ictus possa essere trattato, fatte le dovute proporzioni, come avviene per un paziente colpito da infarto miocardico acuto in una unità coronarica. È necessario, cioè, che nelle primissime ore si 'stappi' il trombo, con farmaci detti appunto 'trombolitici'. Questo intervento, prosegue il dottore, va compiuto nelle prime tre ore dall'esordio dell'ictus e per questo il fatto di trovarci in una piccola cittadina ci offre il grande vantaggio di poter raggiungere l'ospedale con molta maggiore rapidità rispetto a quanto avviene presso strutture più grandi, in grandi città. Il risultato può essere eccellente e definitivo. La trombolisi è una prestazione di importanza fondamentale che ci apprestiamo a mettere a disposizione dei nostri pazienti, non appena sarà stilato il protocollo etico regionale richiesto dalla legge'.

L'aggiornamento, le collaborazioni. Presso la struttura complessa di neurologia sono oggi in servizio effettivo tre neurologi oltre al direttore (dott. Carboni, Gobbato, Sanguigni). Collabora inoltre, 'a 20 ore', la dottoressa Paci. Un quinto medico dovrebbe entrare in servizio entro breve. E non solo di 'aggiornamento' dobbiamo parlare per questa struttura complessa, ma di ricerca vera e propria.
"Di fatto, ci spiega il dottor Curatola, si tratta di un reparto di livello quasi-universitario. Ogni medico del nostro reparto, infatti, ha almeno un incarico accademico. Aggiungi la stretta collaborazione con la clinica universitaria di Ancona-Torrette, diretta dal prof. Massimo Scerrati: neurochirurghi di quella unità effettuano da noi, più volte al mese, visite ambulatoriali ed interventi chirurgici per ernie discali basse (lombosacrali presso la struttura di ortopedia) e sul rachide cervicale. Talvolta anche sull'ematoma subdurale cronico, genere di interventi in fase di sviluppo'.

Conclusioni. "Il lavoro da noi è pesantissimo: pensi che abbiamo ferie arretrate per complessivi 500 giorni. Ma ugualmente cerchiamo di non trascurare nulla. Organizziamo noi stessi convegni di valore nazionale o internazionale almeno una volta all'anno. Per questo possiamo certo dire di avere uno dei reparti più attrezzati nella nostra Regione, ma al prezzo di molta fatica. Le giuste motivazioni ci spingono ad andare avanti e a cercare di fare sempre meglio, se possibile'

12/05/2003





        
  



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