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Risposta a Valentina

| SAN BENEDETTO - Ho letto con sorpresa il tuo ' Editoriale' dal titolo ' Volere è Potere' e mi si è allargato il cuore. Mi auguro che altre lettere ed altri scritti compaiano su questo foglio virtuale e mi portino pensiero e sentimenti dei giovani.

di Emme

Giovane ( giovanissima?), Valentina.

Ho letto con sorpresa il tuo ' Editoriale' dal titolo ' Volere è Potere' e mi si è allargato il cuore.
Dunque, c'è ancora  qualcuno capace di dire chiaro quel che pensa, senza frasi fatte e - se non sbaglio - sforzandosi di tenere a freno la nebbiosa opulenza  degli aggettivi. Che sia una giovane ad insegnarci intelligenza, coraggio e umiltà nel chiedere risposte, è cosa inusitata, rara e di buon auspicio.

Io credo, peraltro, che  nessun guru della sociologia e della psicologia possa sciogliere i tuoi dubbi. Come puoi domandare a chi l'ha fatto, subito o voluto, non importa, che mondo sia questo e dove porti la tua strada?  Sono quelli, non tu, affetti dal paralizzante oblomovismo del quale ti duoli. E quelli, non tu, parlano con monotona voce: ' bla-bla-bla', e ti guardano dall'alto,  ' povera giovanetta, troppo giovane per capire' e si congratulano l'un l'altro con segni di intesa, del tutto ignari che il passato è giudice del passato e l'avvenire è tutto stretto in mani giovanili anche se inconsapevoli.

Tu denunci la perdita della tua identità nella routine di questo stile di vita globalizzato. Ma il semplice fatto che tu  ti contrapponga al  generale andazzo di questa esistenza ti contraddice e dimostra che sei consapevole di te stessa e ben più vigile e reattiva di quanto non siano i ben pasciuti saggi cui chiedi consiglio. Chi si è arreso ed arruolato nelle schiere delle ' categorie soddisfatte', non sa, né può dare consigli. Gli concediamo, se ne ha il coraggio, di arrossire di fronte alla protesta di un giovane e, se ancora è capace di ragionare da solo, di aver consolazione da questo lampo di speranza.

Non  trovo del tutto convincente, invece, il rilievo ' non del tutto sviluppato ' dato alla soddisfazione materiale dei bisogni giovanili. Il ' consumismo', il c.d. ' benessere', non sono filosofie, ma semplici dati sintomatici. Forse è vero che, fornendo al mondo giovanile questi  'circenses' ( ed altri meno accettabili), si indirizza su cose e mode futili  l'impulso dei giovani al cambiamento e forse è vero che l'uso sociale del ' superfluo'( ma qui bisognerebbe discorrere di economia e teoria dell'utilità marginale!) è un potente mezzo di corruzione della gioventù.

Ma tutto dipende dal valore che dài, strumentale od essenziale, ai beni di consumo che ti vengono assegnati. Se un giovane sa che può vivere in pienezza di vita con o senza quelle cose, che può 'essere' se stesso, abbia o non abbia ( il vecchio Fromm è sempre un'utile lettura!), i suoi dubbi si sciolgono. D'altra parte, non c'è maggior fattore di corruzione del bisogno e penso che fra il non aver nulla e l'avere abbastanza, sia da scegliere quest'ultima condizione, che è anche la più idonea a vivere da uomini, o, come si dice nell'attuale gergo , a 'realizzare se stessi'.

Operazione comunque faticosa, giacché ' volere = potere' è solo un sofisma. Volere e non potere è padre del miserevole velleitarismo e 'potere' , senza il sostegno di una volontà capace di superare gli ostacoli, di una faticosa preparazione e di una intelligenza che indichi con chiarezza la meta, degenera facilmente in 'prepotere', quando non conduce al ridicolo.

Non sono abbastanza saggio per dar consigli o svendere opinioni, ma ho sempre gran voglia di imparare. Mi auguro che altre lettere ed altri scritti compaiano su questo foglio virtuale e mi portino pensiero e sentimenti dei giovani.
Ne vale la pena, ragazzi!, un lettore, almeno uno ( eccolo qua!), è assicurato.

07/05/2003





        
  



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