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Amedeo Ciccanti sull'arretramento da Pedaso a Giulianova dell'attuale A14

| SAN BENEDETTO - "C'è una grande confusione di linguaggi e di idee, dove ognuno va per conto suo".

di Amedeo Ciccanti

Ho letto della decisione assunta dall'Ulivo di San Benedetto del Tronto e dall'Assessore regionale Luciano Agostini, di assumere tra le priorità della viabilità regionale l'arretramento da Pedaso a Giulianova dell'attuale autostrada A14 in alternativa alla "bretella" di variante alla SS. 16 Adriatica, per alleggerire il traffico dentro il centro abitato di San Benedetto.
Mi sembra che le due questioni non siano alternative ma complementari, perché non si interferiscono e perché hanno ciascuna funzioni diverse: una raccoglie il traffico interregionale e l'altra di prossimità, che è di tipo comprensoriale.

Comprendo che la tentazione politica dell'Ulivo è quella di boicottare, attraverso la forza del Governo regionale, la scelta strategica locale di Martinelli, ma credo però che tale visione del problema debba rimanere una tentazione, nella consapevolezza che la liberalizzazione del tratto autostradale di gravitazione del traffico sambenedettese, nella sperimentazione estiva, che è il dato più inquietante che c'interessa, non ha risolto i problemi né dell'inquinamento né della velocizzazione commerciale, tenendo conto che su quel tratto di Adriatica c'è anche l'Ospedale civile.

Sulla questione comunque c'è un dato di confluenza tra l'Ulivo e il punto di vista del sottoscritto - che spero diventi presto di tutta la Casa delle Libertà -: la necessità di arretrare l'Autostrada!
Su questo tema ci confrontiamo senza esito da 15 anni. Sono stato sempre il sostenitore dell'arretramento da Civitanova a Giulianova, con passaggio a Castel di Lama. Siamo però arrivati al momento delle scelte decisive e questa tesi - come pure constata l'Assessore Agostini - non è più sostenibile per diversi motivi, che ho avuto modo di verificare personalmente con i Ministri Buttiglione e Tremonti e con il Presidente della Società Autostrade e con il suo staff tecnico in questi ultimi mesi:

1. perché lo studio di fattibilità della dorsale Adriatica che la Società Autostrade ha presentato al CIPE prevede l'ampliamento della A14 da Rimini a Pedaso con la sola 3^ corsia, salvo qualche piccola variante;
2. perché i costi relativi di detto ampliamento, da realizzarsi nei prossimi 10 anni, sarebbero tutti a carico della Società Autostrade, in autofinanziamento, con l'autorizzazione che il Governo dovrebbe dare sia alla rivisitazione delle tariffe autostradali che della durata delle concessioni;
3. i lavori della 3^ corsia verrebbero fatti dalla stessa Società Autostrade (con gare di appalto gestite direttamente), in quanto trattasi di lavori assimilabili ad una "straordinaria manutenzione" derivante dall'adeguamento della sede viaria al carico di traffico che, secondo le statistiche attuali, danno l'attuale infrastruttura al limite della saturazione. Pertanto, una eventuale "variante" che arretrerebbe significativamente l'Autostrada (ipotesi del tratto Civitanova-Giulianova, passando per Castel di Lama), uscirebbe dalla logica di una gestione dei lavori da parte della Società Autostrade, in quanto dovrebbe essere applicata la normativa europea che prevede gare per la gestione e realizzazione a livello europeo, con l'eventualità dell'affermazione di un nuovo e diverso concessionario;
4. è più che evidente il "disinteresse" della Società Autostrade ad intraprendere una soluzione del genere, al fine di non avere un "concessionario" diverso su questa parte del fronte adriatico. Quindi, ferma la consapevolezza del "collo di bottiglia" che si creerebbe a Pedaso (e la grave penalizzazione di questa parte del territorio piceno), la Società Autostrade è disponibile a proseguire una ristrutturazione ed ampliamento della sede autostradale da Pedaso a Giulianova, stante le difficoltà orografiche che sconsigliano altre gallerie parallele, per arretrare quanto basta per considerare il nuovo tratto più un "passante" che una "variante di sede", da evitare una gara europea. Paesi come la Spagna e la Francia sono riusciti a sostenere questa deroga, così l'Italia per il passante di Mestre. Si tratta ora di approfittare del semestre di Presidenza italiana della U. E. per far ricomprendere il "passante adriatico" con quello di Firenze, Livorno, Genova ed altre realtà similari, che devono essere definite e sono ricomprese nel rinnovamento della rete infrastrutturale prevista dalla "legge obiettivo";
5. l'ANAS, che riavrebbe in carico il tratto di A14 dismesso, dovrebbe, a sua volta, essere disponibile ad una convenzione con la Società Autostrade affinché lo stesso tratto non sia "liberalizzato" in modo da costituire una concorrenza con  il nuovo tratto arretrato, perché in tal caso la Società Autostrade non sarebbe disposta a fare concorrenza a se stessa, attivando dinamiche deterrenti verso i propri interessi.

     Oltre queste motivazioni oggettive, di natura tecnico-finanziaria che sono attentamente da valutare, ci sono quelle politiche che pure pesano:
a) Tremonti è restio già ora a riconoscere alla Società Autostrade gli aumenti tariffari richiesti, pur fermandosi la 3^ corsia a Pedaso; immaginarsi quali fatiche ci sono da fare per fargli accettare un ulteriore aumento di oneri tariffari per "pagare" il "passante adriatico", che comprende il tratto Pedaso-Giulianova;
b) Il Governo regionale e tutta la classe dirigente politica delle Marche è scollata su questo tema e quella anconetana, maceratese e pesarese addirittura indifferente. Non dimentichiamoci che nell'accordo interistituzionale firmato alcuni mesi or sono tra Berlusconi e D'Ambrosio, dove sono indicate tutte le opere pubbliche che prioritariamente dovranno essere finanziate in questa legislatura, nessuna richiesta è stata fatta per l'arretramento dell'autostrada (né da Pedaso né da Civitanova); anzi, non se ne parla proprio in nessun documento;
c) La Provincia di Ascoli e l'Ulivo che la governa col suo Presidente Colonnella, hanno logiche di programmazione diverse da quelle dell'Ulivo regionale e dell'assessore Agostini, in quanto ancora si pensa alla vecchia ipotesi di "arretramento lungo", senza chiarire i livelli d'interferenza con la dichiarata realizzazione della intervalliva "mezzina", che ne è una sovrapposizione. Anzi, se si leggono le delibere di approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, laddove si parla di grande viabilità, si dicono cose opposte dalla Regione laddove si leggono gli indirizzi dati ai progettisti per lo studio di fattibilità relativo all'arretramento dell'autostrada. Ognuno studia e pensa come crede nell'Ulivo regionale e della provincia picena!

Come si vede, c'è una grande confusione di linguaggi e di idee, dove ognuno va per conto suo, senza tener conto degli interessi del territorio e della realtà delle cose; preoccupati ognuno di dire la sua, anche boicottando le idee dell'avversario politico.
Ho detto più volte che occorrerebbe mettersi d'accordo, centro-destra e centro-sinistra, per progettare insieme il territorio, al di là dell'esibizionismo di questa o quell'Amministrazione o il protagonismo di singoli esponenti politici.

Però nessuno ascolta! L'isolamento della Provincia su questo contesto è evidente, però si seguitano a fare conferenze stampa dimenticando che forse entro questo mese il CIPE deciderà, mettendo una pietra tombale per i prossimi dieci anni, sulla 3^ corsia che si ferma a Pedaso e noi continueremo a discutere su dove si dovrà passare.....   

08/05/2003





        
  



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