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Mostra di Domenico Napolitano a Villa Murri

| PORTO S.ELPIDIO - L'inaugurazione è fissata per Sabato 10 maggio alle ore 17.00. La mostra si terrà dal 10 al 25 maggio.

Particolare.

Si terrà dal 10 al 25 maggio, a Villa Murri, la personale di pittura di Domenico Napolitano. L'inaugurazione è fissata per Sabato 10 maggio alle ore 17.00.
Nato a Caserta nel 1968, Domenico Napoletano torna a Porto Sant'Elpidio un dopo la partecipazione al Premio Internazionale "San Crispino". Nel suo curriculum, oltre alla partecipazione a mostre e collettive in Italia, da segnalare anche l'organizzazione di personali o la presenza a rassegne all'estero, come Bratislava o Singapore.
La  mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 16.00 alle 19.30.

DOMENICO NAPOLITANO

Domenico Napolitano nasce a Caserta nel 1968, dal 1997 vive a S. Arpino (CE)

1981-86 ha frequentato l'Istituto Statale d'Arte di San Leucio
1986-90 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Napoli
1989  Maddaloni, Gruppo Archeologico Calatino, prima personale
1989  Caiazzo, Pro-Loco personale
1992  Maddaloni, fonda il laboratorio artistico Il Parnaso
1997  S. Maria a Vico, Club dell'Amicizia, collettiva di scultura e ceramica
1998  Singapore, Asian international gift, handicraft, fair
2002  Marina di Schiavonea, centro culturale "Torre del cupo", personale
2002  Porto S. Elpidio, Premio internazionale "San Crispino"
2002  Bratislava, Slovacchia Rassegna arte contemporanea "Italiani a
            Bratislava"
2002  Capua, Libreria Guida, personale
2003  Vico del Gargano, Premio internazionale "San Valentino"
2003  Bratislava, Slovacchia, Glass Art Gallery Simone, personale
2003  Porto S. Elpidio, Villa Murri, personale

DOMENICO NAPOLITANO
IL COLORE RACCONTA

Una irrefrenabile tensione emotiva, impasti e antagonismi cromatici come inquietudine permanente quasi materia viva dell'anima compressa nella materia viva del colore, una gestualità sussultoria e affine all'automatismo pittorico della beat generation americana sono i codici di collegamento, i dati segnaletici che, nell'immediato, riscontrano il fare pittura di Domenico Napoletano.
Ma sarebbe criticamente un assurdo fermarsi al lavico disperdersi delle impetuosità del colore, alla sua instabilità,  alla dominante del rosso come insulto emotivo, a complici scorribande nei territori dell'informale per una analisi attenta di questo artista che,  invece, va ben oltre l'impatto visivo iniziale.
II procedere a vele spiegate nel colore e nel gesto è cifra e prolusione, infatti, di un racconto per immagini contiguo ai grandi della transavanguardia (Francesco Clemente potrebbe essere una polarità di riferimento) e a tanta neofigurazione contemporanea, anche di oltre oceano, citando, ad esempio, le affinità tra le figure di Napolitano ed un'opera come "Three figures in red shit" di George Segal datata 1975.
Lo spettro delle considerazioni formali si potrebbe, poi, ulteriormente allargare a molte pagine di neorealismo nostrano o di espressionismo astratto di marca mitteleuropea, senza dimenticare gli esiti evidenti di scuola napoletana e citando, in questo frangente,  Armando De Stefano che di Napolitano è stato Maestro e guida all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Di De Stefano verrebbe da ricordare un ciclo di lavori degli anni '70 "Odette e il Jolly", presentato da Giovanni Testori per i tipi  di "Edizione Trentadue" di  Milano, che nelle sue magiche ed evocative trasgressioni presentava qualche affinità di filigrana e ritmo compositivo con l'ultimo Napoletano.
Pittore composito e dalle molte sollecitazioni, dunque, questo artista di Caserta  in cui la potenza onnivora di un colore che racconta ferma momenti di raffinata emozione figurale, transfert di una serie lievitante di anime, perse o fermate in momenti di inquietante intensità.

09/05/2003





        
  



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