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Gli esami non finiscono mai

| ANCONA - Lettera aperta del Garante regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza agli studenti ed agli insegnanti in vista degli esami scolastici.

di D.ssa Mery Mengarelli*

 Tra pochi giorni, mentre molti studenti immagino senza grande dispiacere concluderanno l'anno scolastico  e si godranno le meritate vacanze, altri si troveranno invece a giocare i tempi supplementari essendo alle prese con gli esami.

Tale circostanza che riguarda migliaia di ragazzi e ragazze di V° elementare, III° media e delle Superiori costituisce l'occasione per rivolgere un appello a vivere questa esperienza con molta serenità nella consapevolezza che gli esami costituiscono un momento positivo per verificare la propria preparazione e non certo un trabocchetto in cui rimanere intrappolati.
L'esame non deve essere vissuto come un'esperienza traumatica, certo l'emozione è di rito, tuttavia deve essere considerata come prova necessaria per dimostrare la propria crescita personale e culturale.

L'esame dunque non è una scommessa che si vince o si perde, ma una prova di maturità e come tale va affrontata con serietà, senso di responsabilità consapevoli di aver fatto il proprio dovere tutto l'anno, esprimendosi ognuno secondo le proprie capacità.
 Sono tappe importanti nella vita dei ragazzi quelle degli esami che poi li accompagneranno in tutto l'arco della propria esistenza, perché come diceva il grande attore napoletano Eduardo De Filippo "gli esami non finiscono mai" e si riferiva certo non solo agli esami scolastici, ma a quelli che ogni uomo o donna è chiamato ad affrontare nel corso della propria esistenza.    
 Mi rivolgo in questa circostanza anche agli ex colleghi insegnanti, sia a coloro che hanno avuto la responsabilità di preparare i ragazzi agli esami, sia a quelli che fungeranno da esaminatori.

Intanto un ringraziamento per la "missione" non facile a cui sono chiamati, ma anche un invito a vivere questo momento di giudizio con molta comprensione e partecipazione.
Essere giudicati spesso è più facile che giudicare e spesso giudicare richiede la disponibilità a considerare il ragazzo o la ragazza, il giovane o la giovane di fronte come una persona che ha bisogno di vedere premiate le proprie abilità, le proprie peculiarità quali che esse siano.
L'invito dunque è a esaltare il "buono", a comprendere lo sforzo, a premiare l'intero curriculum e non soffermarsi all'emozione del giorno.

 Si voglia infine, studenti ed insegnanti, accogliere l'appello a svolgere serenamente e in armonia questa occasione di esame e vivere, chi per la prima volta chi ormai da  veterano, una prova che poi, in forme diverse e per contenuti diversi, si riproporrà per tutta la vita.
 Auguri e buon lavoro a tutti!
   
*  Garante Regionale Infanzia e Adolescenza

11/06/2003





        
  



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