Casinò. Che fine ha fatto?
San Benedetto del Tronto | Indagine della Confesercenti- SWG
Ogni cittadino al di sopra dei 18 anni destina ogni anno al gioco 840 euro che per metà vanno in scommesse consentite dalla legge, pronostici e lotterie, mentre l'altro 50% finisce in 'puntate' illegali, tra cui scommesse clandestine, giochi d'azzardo in appartamenti privati, videogiochi e videopoker.
In fatto di spesa per giochi gli italiani, con il 9% del mercato mondiale, sono secondi soltanto agli statunitensi (29%). E' questo il dato più significativo che emerge dal rapporto sugli italiani ed il gioco d'azzardo realizzato dalla Confesercenti in base ai risultati di un sondaggio commissionato alla Swg sulle 'preferenze' degli scommettitori ed all'elaborazione dei dati disponibili sul fenomeno. Sul fronte del gioco legale le risposte degli intervistati confermano l'exploit del Superenalotto, che con il 35% delle preferenze ha soppiantato il più antico e tradizionale lotto (33%), il quale, però, spinge i giocatori più esperti ed incalliti a puntare somme consistenti con un conseguente più alto giro d'affari che nel 2002 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro contro i 2,2 del superenalotto.
A seguire, tra le preferenze dei giocatori, figurano le altre lotterie (18%), Totocalcio, Totogol e simili (12%). Tra i motivi che spingono a giocare, il gusto della scommessa rappresenta ancora la spinta più forte (24%), seguita però a ruota dalla speranza di realizzare una vincita che permetta di avere un futuro più tranquillo (23%) o addirittura di cambiare radicalmente la propria vita (16%). Ma anche garantire più sicurezza ai figli, acquistare una casa più confortevole, smettere di lavorare, comprarsi un'auto nuova o una moto.
Il 38% degli scommettitori nell'ultimo anno ha tentato la sorte almeno una volta al mese, il 6% una volta la settimana ed il 44% da una a sei volte. Un giro d'affari, dunque, miliardario per uno Stato "vorace" che dai giochi ha ricavato, soltanto nel 2002, circa 4,3 miliardi di euro di entrate erariali, vista la pressione fiscale che mediamente si aggira sul 28%, con punte del 53% nel caso del superenalotto. Ma estremamente redditizio anche e soprattutto per la criminalità.
I giochi illegali, a cominciare dal fenomeno dei videogiochi, videopoker in particolare, che ha fatto tanto scalpore non aspettano altro che essere regolamentati, a condizione aggiungiamo noi di essere fortemente limitati e vietati ai minori. Grazie all'attuale normativa, ai divieti esistenti ed alla carenza di strutture legali, la criminalità organizzata è cresciuta e si è arricchita fino ad assorbire la metà del giro d'affari totale". "Il piacere del gioco, il desiderio di tentare la sorte sono comuni alla maggior parte degli italiani, ma a volte sfociano in comportamenti patologici che mettono a rischio intere famiglie, alimentando non soltanto il mercato del gioco illegale, ma anche quello dell'usura.
Per questo da tempo andiamo sottolineando la necessità di nuove regole che lascino più spazio al gioco legale riducendo gli spazi di quello clandestino ed illegale. A cominciare proprio dalla liberalizzazione, pur con regole e limitazioni, dell'uso di videogiochi e videopoker nei bar e dell'apertura di nuovi casinò in Italia che permetterebbero di recuperare gran parte del mercato in mano alle mafie. In fatto di casinò, ad esempio, attualmente il nostro Paese, a causa di una normativa troppo restrittiva, è il fanalino di coda d'Europa: su 728 strutture solo 4 sono in Italia (Sanremo, Campione d'Italia, Venezia, Saint Vincent), mentre una trentina di comuni aspettano che la legge li autorizzi ad ospitarne uno.
La locale Confesercenti, ha condotto un'indagine parallela (dopo il positivo risultato dell'estate 2002 che ha decretato il favore dei sambenedettesi all'avvio di una casa da gioco) tra bar, tabaccherie e pubblici esercizi dalla quale è emersa piena corrispondenza con i dati sopra indicati, ma soprattutto la preoccupazione per un progetto che sembra essersi arenato non avendo più alcuna notizia in merito da molto tempo.
In fatto di spesa per giochi gli italiani, con il 9% del mercato mondiale, sono secondi soltanto agli statunitensi (29%). E' questo il dato più significativo che emerge dal rapporto sugli italiani ed il gioco d'azzardo realizzato dalla Confesercenti in base ai risultati di un sondaggio commissionato alla Swg sulle 'preferenze' degli scommettitori ed all'elaborazione dei dati disponibili sul fenomeno. Sul fronte del gioco legale le risposte degli intervistati confermano l'exploit del Superenalotto, che con il 35% delle preferenze ha soppiantato il più antico e tradizionale lotto (33%), il quale, però, spinge i giocatori più esperti ed incalliti a puntare somme consistenti con un conseguente più alto giro d'affari che nel 2002 ha sfiorato gli 8 miliardi di euro contro i 2,2 del superenalotto.
A seguire, tra le preferenze dei giocatori, figurano le altre lotterie (18%), Totocalcio, Totogol e simili (12%). Tra i motivi che spingono a giocare, il gusto della scommessa rappresenta ancora la spinta più forte (24%), seguita però a ruota dalla speranza di realizzare una vincita che permetta di avere un futuro più tranquillo (23%) o addirittura di cambiare radicalmente la propria vita (16%). Ma anche garantire più sicurezza ai figli, acquistare una casa più confortevole, smettere di lavorare, comprarsi un'auto nuova o una moto.
Il 38% degli scommettitori nell'ultimo anno ha tentato la sorte almeno una volta al mese, il 6% una volta la settimana ed il 44% da una a sei volte. Un giro d'affari, dunque, miliardario per uno Stato "vorace" che dai giochi ha ricavato, soltanto nel 2002, circa 4,3 miliardi di euro di entrate erariali, vista la pressione fiscale che mediamente si aggira sul 28%, con punte del 53% nel caso del superenalotto. Ma estremamente redditizio anche e soprattutto per la criminalità.
I giochi illegali, a cominciare dal fenomeno dei videogiochi, videopoker in particolare, che ha fatto tanto scalpore non aspettano altro che essere regolamentati, a condizione aggiungiamo noi di essere fortemente limitati e vietati ai minori. Grazie all'attuale normativa, ai divieti esistenti ed alla carenza di strutture legali, la criminalità organizzata è cresciuta e si è arricchita fino ad assorbire la metà del giro d'affari totale". "Il piacere del gioco, il desiderio di tentare la sorte sono comuni alla maggior parte degli italiani, ma a volte sfociano in comportamenti patologici che mettono a rischio intere famiglie, alimentando non soltanto il mercato del gioco illegale, ma anche quello dell'usura.
Per questo da tempo andiamo sottolineando la necessità di nuove regole che lascino più spazio al gioco legale riducendo gli spazi di quello clandestino ed illegale. A cominciare proprio dalla liberalizzazione, pur con regole e limitazioni, dell'uso di videogiochi e videopoker nei bar e dell'apertura di nuovi casinò in Italia che permetterebbero di recuperare gran parte del mercato in mano alle mafie. In fatto di casinò, ad esempio, attualmente il nostro Paese, a causa di una normativa troppo restrittiva, è il fanalino di coda d'Europa: su 728 strutture solo 4 sono in Italia (Sanremo, Campione d'Italia, Venezia, Saint Vincent), mentre una trentina di comuni aspettano che la legge li autorizzi ad ospitarne uno.
La locale Confesercenti, ha condotto un'indagine parallela (dopo il positivo risultato dell'estate 2002 che ha decretato il favore dei sambenedettesi all'avvio di una casa da gioco) tra bar, tabaccherie e pubblici esercizi dalla quale è emersa piena corrispondenza con i dati sopra indicati, ma soprattutto la preoccupazione per un progetto che sembra essersi arenato non avendo più alcuna notizia in merito da molto tempo.
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