La riforma Moratti al vaglio degli addetti al lavoro
Montalto delle Marche | Il Sindaco Raffaele Tassotti e il dirigente scolastaico Vincenzo Sgalippa analizzano la riforma
di Giuseppe Capasso
La riforma Moratti al vaglio di due docenti di cui uno non più nell'esercizio delle sue funzioni, ma attualmente Sindaco di Montalto. L'altro, invece, Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo - Scuola Materna, Elementare e Media di Montalto delle Marche.
Ad entrambi abbiamo chiesto cosa pensano della Riforma Moratti vista, a ragione, da un professore e da chi ancora si adopera per la scuola.
Professor Raffaele Tassotti, Sindaco di Montalto:
"Partiamo da alcune considerazioni, esclama il nostro interlocutore. Sono circa 80 anni che la scuola italiana è andata avanti con iniziative tutte sperimentali, senza un organico progetto coerente con il divenire della società civile e delle richieste dalla stessa rappresentate. Altro dato di fatto, continua Tassotti, è che in Italia la scolarizzazione è inferiore a quella dei maggiori paesi europei, con un tasso di dispersione elevato, soprattutto nella scuola secondaria e nelle università. Basti pensare che ogni anno ben 240.000 giovani fra i 15 e 18 anni abbandonano gli studi e la formazione. Queste brevi considerazioni ci fanno capire la necessità di una riforma della scuola che l'attuale governo è riuscito a varare con dovuta sollecitudine. Analizziamo gli aspetti salienti della riforma, prosegue l'insigne ospite: l'istituzione di una lingua straniera e l'utilizzo del computer sin dal primo anno di scuola primaria. Oltre alle abilità specifiche, precisa Tassotti, non bisogna dimenticare che è stato scientificamente dimostrato come lo studio di una lingua straniera metta in movimento meccanismi celebrali altrimenti non sollecitati".
Tassotti poi ha accennato all'alternanza scuola-lavoro, come modalità alternative per il conseguimento di diplomi e qualifiche a partire da 15 anni o le possibilità per le Regioni di introdurre nei programmi scolastici discipline legate alle realtà locali. Consenso per la possibilità di accesso alla scuola a partire dai cinque anni e mezzo nonché la possibilità di organizzare stage e tirocini formativi per gli studenti presso le aziende le quali a loro volta sono pronte ad offrire contributi finanziari e tecnologie per migliorare la qualità e l'efficacia dell'insegnamento. Tutto ciò a vantaggio della scuola, degli alunni-studenti e delle famiglie. Infine, l'apprezzamento per la reintroduzione del voto di condotta che ha contribuito a formare il senso di responsabilità di numerose generazioni.
Conclude Tassotti: " Alla luce di quanto detto, non solo, ma con l'incarico di Sindaco, Segretario provinciale dell'Udc, nonché d'ex insegnante anche all'estero, mi sento di affermare che tale progetto darà nuovi impulsi e stimoli alle giovani generazioni".
Vincenzo Sgalippa, Dirigente Scolastico:
"Per valutare la portata di una riforma, come nel caso specifico, è necessario averla sperimentata, ci dice il Dirigente. Da chi ha aderito alla sperimentazione, si hanno solo alcune indicazioni informali che sembrano descrivere positivamente la sperimentazione condotta a livello di scuola Elementare. C'è di fatto che il passaggio dall'organizzazione modulare all'introduzione del docente, prevalente coordinatore, sembra abbia sortito effetti positivi. La riforma, invece, sembra spostare il suo interesse ad un modello organizzativo imperniato sulla centralità dell'alunno che apprende. Non più tre docenti con un ruolo prioritario, ma una configurazione docente, con una differenziazione di ruoli.
L'introduzione del portfolio delle competenze individuali, curato dal docente tutor con la collaborazione dei colleghi e delle famiglie, conferma l'intento di riportare l'attenzione al tempo e alla qualità dell'apprendimento. In questa fase, come in altri passaggi, la Riforma evidenzia ed esalta l'importanza del ruolo della famiglia, cui la Costituzione riconosce il primato del diritto-dovere di educare ed istruire i propri figli. Accanto ad aspetti positivi - continua il Dirigente - emergono, tuttavia, alcuni punti critici costituiti da innovazioni quali, ad esempio, l'elaborazione di piani di studio personalizzati, organizzati per unità d'apprendimento e l'adozione delle competenze che se da un lato rispondono a dei rilevanti principi pedagogici, operativamente richiedono tempi, iniziative di supporto e di approfondimento e senza dubbi la presenza di esperti.
Quanto alla Riforma della scuola media, alcune delle novità consistono nel fatto che le indicazioni nazionali non presentano l'orario delle lezioni.Alle scuole è aumentata la possibilità di operare con flessibilità e di personalizzare l'articolazione degli orari che, comunque, devono essere 900 annuali, alle quali le scuole, autonomamente, possono aggiungere 200 per attività di recupero, sviluppo ed eccellenza".
Conclude Sgalippa: "Altre sono le novità importanti, come il numero delle discipline dalle nove alle dodici. E' stata introdotta una seconda lingua definita comunitaria e definite delle discipline. Ma se aumentano le discipline, perché non aumentano gli orari? Come pure, un'indicazione positiva, ma spesso dimenticata, è quella che richiama la necessità di condurre l'azione educativa sempre in chiave interdisciplinare, le discipline e le esecuzioni devono sempre avere forti punti d'aggancio".
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03/06/2003
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