Contributi ai Comuni: circa 44 mila euro per il piano degli orari e la Banche del Tempo
| ANCONA - Una recente deliberazione ha fissato criteri e modalità per la costituzione o il sostegno a tali programmi. Domande entro il 15 ottobre.
di Redazione
Banche del tempo e piani territoriali degli orari sono stati materia di un provvedimento recentemente adottato dalla giunta regionale, su proposta dell'assessore ai Servizi Sociali, Marcello Secchiaroli.
Si tratta dell'approvazione dei criteri per la formazione delle graduatorie e l'assegnazione dei contributi ai Comuni per elaborare ed adottare i piani territoriali che riguardano il coordinamento dei tempi delle città e la costituzione, promozione e sostegno alle banche del tempo.
La normativa in materia è disciplinata dalla legge regionale n. 27/2001 "Interventi per il coordinamento dei tempi delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale".
La Regione Marche ha stanziato per tali interventi 43 mila 898 euro, fissando al 15 ottobre 2003 il termine per la presentazione delle domande.
Per quanto riguarda il piano territoriale degli orari, tra i criteri generali da tenere conto per l'ammissibilità dei progetti ai finanziamenti: la popolazione residente (un punteggio maggiore sarà assegnato ai Comuni fino a 30 mila abitanti e, gradualmente più basso dai 30 mila ai 60 mila ed oltre i 60 mila), l'estensione territoriale e se si tratta di progetti coordinati tra Comuni confinanti. Una precedenza nella formazione della graduatoria sarà data ai progetti elaborati dai Comuni capofila d'Ambito territoriale sociale se coinvolgeranno tutti i comuni appartenenti all'ambito.
Il contributo sarà concesso per una quota pari al 50 per cento del costo del progetto e comunque non superiore ai 2582 euro.
Relativamente alle banche del tempo, i criteri per l'assegnazione dei contributi ( stesso limite massimo di 2582 euro) si riferiscono alla tipologia degli interventi: per affitto locali, per le quote di ammortamento dei beni strumentali, per i costi di attività di promozione e informazione.
Per tutti e tre questi interventi il contributo è pari al 50 per cento dei costi. Previsti anche contributi per la formazione dei soggetti aderenti alle associazioni delle banche del tempo. Precedenza ai Comuni capofila d'ambito territoriale: anche fino all'80% di contributo per i costi sostenuti.
L'istituzione dei piani relativi ai tempi delle città e le banche del tempo derivano dalla legge n. 53 del 2000 "Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città "l.
Per favorire lo scambio di servizi di vicinato, per facilitare l'utilizzo dei servizi della città e il rapporto con le pubbliche amministrazioni, per favorire l'estensione della solidarietà nelle comunità locali e per incentivare le iniziative di singoli e gruppi di cittadini, associazioni, organizzazioni ed enti che intendano scambiare parte del proprio tempo per impieghi di reciproca solidarietà e interesse, gli enti locali possono sostenere e promuovere la costituzione di associazioni denominate "banche dei tempi".
Gli enti locali, per favorire e sostenere le banche dei tempi, possono disporre a loro favore l'utilizzo di locali e di servizi e organizzare attività di promozione, formazione e informazione. Possono altresì aderire alle banche dei tempi e stipulare con esse accordi che prevedano scambi di tempo da destinare a prestazioni di mutuo aiuto a favore di singoli cittadini o della comunità locale. Tali prestazioni devono essere compatibili con gli scopi statutari delle banche dei tempi e non devono costituire modalità di esercizio delle attività istituzionali degli enti locali.
Nel 2002 le banche del tempo costituite nelle Marche erano 17 ( 300 in tutta Italia) Fonte Osservatorio nazionale Banche del Tempo
Cos'è la Banca del Tempo
Le Banche del Tempo italiane sono: "libere associazioni tra persone che si auto-organizzano e si scambiano tempo per aiutarsi soprattutto nelle piccole necessità quotidiane".
Diversamente dai L.E.T.S. inglesi, nelle B.T. italiane non avviene scambio di merci o di prestazioni con un valore di mercato valutabile. Sono "luoghi nei quali si recuperano le abitudini ormai perdute di mutuo aiuto tipiche dei rapporti di buon vicinato. Oppure si estende a persone prima sconosciute l'aiuto abituale che ci si scambia tra appartenenti alla stessa famiglia o ai gruppi di amici".
La "regola di fondo che vige in tutte le B.T. è lo scambio". Sinonimo di reciproca convenienza, lo scambio presuppone, per sua stessa definizione, che i soggetti che entrano in relazione siano attivi. Di conseguenza, diversamente che nel Volontariato (che si regge sul dono di aiuto ai bisognosi di assistenza), "la solidarietà che circola nelle B.T. non è a senso unico. E' reciproca e alla pari. Il tempo scambiato è misurato in ore e l'ora è di 60 minuti per tutti, indipendentemente dalla professione, dalla classe sociale di appartenenza o dalle condizioni economiche delle singole persone".
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18/08/2003
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