Rinnovare l'Alleanza.
San Benedetto del Tronto | Massimo Teodori parla del suo ultimo libro, Benedetti americani'. Analizza i rapporti Italia-Usa, preconizza il futuro dell'Europa.
di Giovanni Desideri
Il tema intriga, coinvolge, accende il pubblico sospingendolo a domande reiterate. Non solo i rapporti tra Italia e Stati Uniti, rapporti strettissimi da più di 50 anni in qua, ma anche il ruolo dell'America nel mondo, il terrorismo che ormai alligna all'interno del Paese, le modalità della politica americana. Massimo Teodori, ordinario di 'Storia dell'America' all'Università di Perugia, parla del suo ultimo libro (
) e risponde poi alle questioni che in molti sollevano: è un'occasione unica per ripercorrere la storia dei rapporti tra le due sponde dell'Atlantico e prospettarne gli sviluppi.Si trattava del quinto appuntamento di 'Scenaperta Incontri con l'autore', presso la Palazzina Azzurra di San Benedetto: ieri sera, venerdì 1 agosto. Organizzazione, come sempre, della libreria 'la Bibliofila'. E come sempre invito rivolto direttamente allo scrittore da Mimmo Minuto. Antonella Roncarolo ha presentato la serata.
"Oggi parlare bene dell'America è diventato un peccato", esordisce Teodori di fronte al pubblico della Palazzina. "Si dimentica che per tutto il XX° secolo l'America si è sempre fatta carico delle crisi, ovunque si sviluppassero nel mondo. In Europa nel '17, poi nel '41, e ancora nel '47, in piena guerra fredda. E infine nell'ultima guerra juogoslava. Sempre su richiesta degli europei: questa è la vera storia".
Il primo intervento del professore traccia le linee di un quadro ampio e dà una direzione anche al seguito. Questa, per esempio, è la storia economica italiana dopo la seconda guerra mondiale, fin quasi al nostro odierno pane quotidiano: "negli anni '50, fino al '62, l'Italia ha avuto un tasso di crescita economica annuo del 10%, una percentuale superiore a quella di qualsiasi altro Paese del mondo. L'aiuto americano è stato determinante anche in questo, permettendo all'Europa di destinare ogni anno appena l'1 o il 2% del proprio Pil per la difesa. A difenderci ci pensava lo zio Sam".
Il progresso di 'virtute e conoscenza' nello stesso periodo: "gli intellettuali dovrebbero essere riconoscenti all'America per i progressi culturali e scientifici che negli ultimi decenni sono arrivati quasi esclusivamente dal mondo anglosassone". Il dubbio non attraversa mai i binari sui quali Teodori avanza. Riprende: "l'esportazione della democrazia nel mondo è un processo positivo, che aumenta la sicurezza internazionale, stanando i terroristi".
Infine, risponde alle domande del pubblico: sul perché l'America abbia oggi tanti nemici, sull'accampata perdita della democrazia del paese che oggi sembra 'ad immagine di Bush', sulle modalità della politica americana e su altro ancora. La via tracciata è un'autostrada: "l'America, nella sua storia, non ha mai messo in forse le sue istituzioni democratiche e non è vero che vota appena il 30% degli elettori, visto che gli americani votano su ogni e qualsiasi aspetto della loro vita pubblica: per eleggere uno sceriffo, fino all'elezione del Presidente federale". Quanto ai suoi nemici: "i terroristi islamici non difendono i poveri del mondo contro i ricchi, ma fanno una pura e semplice crociata ideologica, come quella dell'Inquisizione cristiana in secoli andati".
Colori più tenui sulla politica praticata sul territorio americano: "i partiti in America servono principalmente a selezionare candidature. Il momento centrale della vita politica americana sono infatti le elezioni, di qualunque genere. Sugli orientamenti dei due partiti, poi, il democratico e il repubblicano, non valgono schematismi troppo rigidi. Basti considerare lo spettacolare cambiamento di orientamento tra i due gruppi, prima e dopo il '33, anno dell'elezione del democratico Franklin Delano Roosevelt: fin lì i democratici avevano difeso l'interesse dei singoli Stati dall'eccessiva ingerenza del Governo federale. Da quell'anno le parti si invertono".
L'ultimo intervento del professor Teodori non ha portato tinte pastello, ma almeno la descrizione del paesaggio ha sostituito quella di una locomotiva americana che corre nella piena luce delle 'magnifiche sorti e progressive'. E ancora una volta il pubblico è confrontato con il punto di vista di uno fra i maggiori esperti del proprio settore, come è avvenuto per gli appuntamenti precedenti e come sarà per quelli che seguiranno.
E l'appuntamento di venerdì 8 agosto, infatti, è con Magdi Allam, esperto di mondo islamico per 'la Repubblica', ma vice direttore di prossimo insediamento al 'Corriere della Sera'.
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02/08/2003
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