Calo demografico del Comune di Ascoli con 50.135 abitanti al 31 dicembre 2001.
Ascoli Piceno | La ricetta Di Calvaresi per invertire la tendenza.
di Cav. Uff. Benito Calvaresi*
Benito Calvaresi Presidente confcommercio
Chissà quante persone vorrebbero seguire una cura dimagrante come quella che si registra all'interno delle mura del Comune di Ascoli Piceno!!!
Ogni volta che invitiamo attorno ai nostri tavoli di discussione i nostri Amministratori pubblici, l'argomento principale e più pressante è il calo demografico del Comune di Ascoli Piceno.
Infatti nel 1991 Ascoli aveva 53.991 abitanti che sono diventati 52.213 nel 1997, 51.827 nel 1999 e, per concludere la collana di perle non cinesi ma ascolane, 50.135 al 31 dicembre 2001.
A tale proposito c'è sempre qualcuno che scopre l'acqua calda e afferma che occorre agire repentinamente per riportare nel Comune almeno 8.000 persone che a suo tempo emigrarono verso altri territori (Folignano, Maltignano, Castel di Lama) ed altri lidi (San Benedetto e zone limitrofe).
Questo lo sa anche mio nonno, che si ferma a questa valutazione, ma non sa fornire spiegazioni al quesito: perché gli ascolani hanno lasciato e continuano a lasciare Ascoli senza voler farvi ritorno?
Parliamo di cose semplici e che porterebbero immediatamente vantaggi tangibili: il polo universitario con effettiva attuazione, i collegamenti viari con i Sibillini e Teramo, le offerte di lavoro per i giovani, l'accoglienza ricettiva di qualità e conveniente, la promozione dei prodotti agro-alimentari tipici, la promozione e valorizzazione di zone ad alta potenzialità, quale il Colle San Marco, per il momento frequentate al massimo dai locali, la promozione e valorizzazione delle risorse termali di Acquasanta Terme, e chi più ne ha più ne metta.
A tutto ciò aggiungerei la lotta all'abusivismo imprenditoriale e la riqualificazione dell'arredo urbano cittadino.
Qui si potrebbe concludere la prima parte, ma sono convinto che gli ascolani transfughi non tornerebbero solo per amore della loro città, ma anche per ragioni economiche.
I prezzi del comparto edilizio dovrebbero essere adeguati a quelli dei Comuni in argomento e la sosta non dovrebbe costare più di Roma Centro!1
Allora speriamo che il Sindaco di Ascoli Piceno, il Presidente della Camera di Commercio, il Presidente della Provincia, il Presidente della Fondazione CARISAP stabiliscano contributi economici in conto capitale o in conto interessi per dare modo ai giovani volenterosi e fiduciosi di riavvicinarsi alla Città.
A questo punto, allora, perché non coinvolgere anche gli agenti immobiliari e le imprese edili per organizzare un mercato dell'immobile abitativo applicando le condizioni favorevoli di cui sopra?
Potrebbe essere l'Uovo di Colombo, ma se non interveniamo immediatamente dal Comune di Ascoli andranno via anche quei piccoli imprenditori che stanno mantenendo in vita la distribuzione di servizio e non hanno più voglia di investire sugli errori degli altri, cioè, tanto per non far nomi, degli Amministratori in genere amanti del calduccio della loro sedia e non delle sorti di un imprenditore destinato "al ricovero in rianimazione".
La strada è stata imboccata con la speranza che sia con ritorno ed ecco i motivi per cui con la rabbia in corpo me lo fanno dire: Ascoli Piceno ha perso 3.800 abitanti nell'arco di 10 anni, mentre Comuni come Castignano, Colli del Tronto, Offida, Spinetoli, Monsampolo del Tronto, Acquaviva Picena, Cupra Marittima, Grottammare registrano un trend positivo.
Un nostro associato spiritoso ha trovato il coraggio ed il sorriso per aggiungere la solita chiosa:
"Se continuiamo così non ci daranno il permesso di aprire non solo il casinò ma neanche un'altra struttura senza l'accento sulla "o"!!".
* Presidente Confcommercio
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26/08/2003
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