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Il turismo va male? Non è detto. Nonostante i dati.

San Benedetto del Tronto | Attesa dei dati definitivi, progetti per il prossimo anno e accuse da parte dei principali soggetti coinvolti.

di Giovanni Desideri

Da pochi giorni la Regione Marche ha diffuso i dati sul turismo, relativi al primo semestre e al periodo maggio-giugno 2003. Gli indici responsabili della salute degli operatori (sonni tranquilli, buona digestione e simili) si chiamano 'arrivi' e 'presenze': a San Benedetto, nel primo semestre, -2,20% negli arrivi (61.188 contro 62.564 nel 2002, ovvero 1.376 persone in meno) e -14,61% nelle presenze (288.758 contro 338.164, saldo negativo di 49.406 unità).

Per il periodo maggio-giugno: +3,40% negli arrivi (41.526 contro 40.114, ovvero 1.412) e -6.12% nelle presenze (225.337 contro 240.027: 14.690). Negativi anche tre dei restanti quattro indici (arrivi e presenze di stranieri ed italiani), registrandosi un +7,40% fra gli arrivi di turisti italiani (a fronte di un -3,16% nelle presenze).

Ma se la selva di numeri che precede genera un livello mediamente alto di confusione in chi legge, il quadro può essere riassunto in pochissimo: sia il primo semestre, sia il periodo maggio-giugno del 2003, hanno portato meno soldi in riviera. Su questo sono tutti d'accordo e la parola che si usa allora in questi casi è 'crisi'.

"Crisi congiunturale", spiega l'assessore al turismo del Comune di San Benedetto Bruno Gabrielli, "che non riguarda solo San Benedetto o la provincia di Ascoli o le Marche nel loro complesso. È invece una crisi nazionale, se non europea. Naturalmente questo non vuol dire che non si debba correre ai ripari. Ma intanto aspettiamo i dati definitivi, quelli di luglio e agosto: dati che contano, di fine stagione".

"Le percentuali, prosegue, vogliano dire poco, perché a volte una variazione percentuale si genera a partire da fatti che in se non sono così preoccupanti: per esempio pochi pullman in meno". In definitiva i dati sembrano contare pochissimo per l'assessore, "perché dobbiamo puntare alla qualità del turismo, ovvero a un alto fatturato, anche con minori arrivi e presenze".

Anche Nelson Sulpizi, presidente dell'associazione turistica 'Riviera delle palme', non si mostra preoccupato per il primo semestre. Però aggiunge: "non ci sono ancora i dati di luglio, ma posso già dire che in molti abbiamo avuto l'impressione di un forte calo. Questa è la cosa che più ci preoccupa".

Marco Calvaresi, presidente del consorzio turistico 'Riviera delle Palme', preferisce parlare di cose da fare piuttosto che di dati negativi: "c'è bisogno di una promozione mirata del nostro turismo. Per questo motivo a settembre chiederò un incontro con istituzioni ed operatori per studiare la composizione del nostro turismo: da dove vengono, come e quanto soggiornano i nostri turisti. Poi agiremo di conseguenza".

Ma lo spettro che si aggira da qualche anno in riviera si chiama 'riconversione'. Sottinteso: degli hotel in case private. Questo fenomeno rappresenta una specie di virus letale per il turismo e tutti sono d'accordo che si tratti di uno dei principali fenomeni da affrontare, attraverso un Piano Regolatore che preveda la destinazione a strutture ricettive di aree cittadine più estese: sia l'assessore Gabrielli, sia Calvaresi, sia Sulpizi intendono la stessa cosa per 'incentivazione' degli albergatori e del turismo.

Ma cosa è mancato e cosa c'è da fare, secondo istituzioni ed operatori? I punti di vista sono discordanti. Se per Calvaresi a San Benedetto manca un ostello e un camping, per l'assessore Gabrielli "queste cose si adattano meglio a centri come Grottammare o Cupra. Ormai si deve promuovere un interio territorio e per questo si parla di 'sistemi turistici locali', per i quali stanno anche per arrivare i finanziamenti. San Benedetto in quanto tale non può fare tutto e il contrario di tutto".

Ancora, se Calvaresi si aspetta "un segnale forte da parte dell'amministrazione comunale, attraverso il nuovo Piano Regolatore, il piano di spiaggia, la riqualificazione del lungomare e la regolamentazione dei rumori durante la notte, Gabrielli sembra volgere la sua attenzione ai privati: "si potrebbe sfruttare di più il Palacongressi e per far questo aspettiamo che si faccia avanti un privato che sia disponibile ad investire. Gli stessi alberghi andrebbero rinnovati per favorire il turismo congressuale, che attualmente soffre proprio della carenza di strutture. Per l'amministrazione comunale c'è poi bisogno di suonare la sveglia, ma d'altra parte il Piano Regolatore, che è il principale strumento di intervento in questo settore, è già in fase di realizzazione".

"Noi", spiega Sulpizi, "avevamo ed abbiamo progetti per l'ammodernamento, la promozione attraverso la multimedialità e per ogni tipo di turismo, da quello sportivo, al congressuale ecc. Per queste cose c'è però bisogno della volontà politica. Invece la Regione Marche ha tagliato fortemente i fondi destinati al turismo, specie quelli per le ristrutturazioni, ritardando inoltre lo sviluppo dei 'sistemi turistici locali', di cui si riparlerà ormai nel 2004. Ma la delusione più cocente ci è venuta dall'amministrazione comunale di San Benedetto, per la mancanza di progettualità e la scarsa promozione di ciò che viene fatto: quanti turisti, per esempio, hanno saputo delle serate Zelig al paese alto o addirittura dove si trovasse piazza Bice Piacentini?".

A questo punto resta da vedere se certe divergenze nell'analisi della situazione, nella diagnosi e nelle proposte siano poi superabili a partire da settembre, in vista della stagione 2004. L'anno in corso, sia come sia, è 'andato' e la fiducia nei dati che seguiranno non sembra così grande o così sincera. Nulla impedisce, naturalmente, di sperare in un sole più brillante per l'avvenire: la buona volontà, tra gli operatori, sembra flettere meno degli arrivi e delle presenze.

06/08/2003





        
  



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