Il settore calzaturiero dibatte su crisi economica e falsi
Fermo | Al Micam di Milano gli imprenditori marchigiani promuovono il made in italy contro i falsi provenienti dall'oriente.
Il momento è molto delicato per il comparto che giunge a questo appuntamento espositivo sicuramente il più importante a livello internazionale con le carte giuste ma con molta preoccupazione. Di questa preoccupazione si fa portavoce Aldo Bruè, imprenditore di Monte San Pietrangeli , presidente della sezione calzaturieri più importante a livello nazionale, quella dell'Associazione degli industriali della provincia di Ascoli Piceno. Organizzazione che, come di consueto, sarà presente al padiglione 15 , stand A 12 a supporto delle aziende, con uno spazio informativo ( telefono e fax 02 43424110 ) realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio, Carisap, Dun & Bradstreet e Bugnion .
Bruè parla così " i primi mesi del 2003 indicano un andamento negativo , poche sono le aspettative, dobbiamo sempre più puntare sulla qualità ma anche avere dalle Istituzioni giusti controlli sull'importazione di prodotti falsificati in Cina" .
Della autentica battuta di arresto a livello internazionale si interessa Bruno Scheggia , calzaturiero di Montegranaro, responsabile della commissione Russia di Anci " sui mercati internazionali sono le sue prime affermazioni continua il deterioramento della bilancia commerciale , le aziende sono in affanno perché il made in italy non riesce a contrastare la concorrenza di prodotti di basso profilo che imitano in tutto le nostre tendenze moda, ci copiano perfino i cataloghi".
Mario Gaudenzi , di Monte Urano, commenta "le aziende stanno preparandosi a nuovi sacrifici,cerchiamo nuovi mercati, serve un vantaggio competitivo nella produzione per rispondere in maniera aggressiva alla concorrenza".
Anche la scarpa da bambino sarà protagonista nelle giornate milanesi, di questo è convinto Peppe Gallucci di Monte Urano che ricorda "forti sono le attese per l'andamento di questa fiera, dobbiamo acquisire sempre maggiore credibilità commerciale e stilistica ma alle Istituzioni Governative sollecitiamo una azione più incisiva per contenere i falsi e non ingannare la credibilità dei clienti" .
Giovanni Mazza del calzaturificio Lorenzi di Fermo dice" leggo che nei primi mesi del 2003 abbiamo complessivamente esportato di meno come settore, su quasi tutti i mercati si assiste ad una freddezza particolare ed una minore propensione agli acquisti, vanno meglio compree le esigenze dei diversi mercati per proporsi con prodotti giusti nel prezzo e nel contenuto moda " .
Giorgio Felici del calzaturificio Stefan di Porto S. Elpidio è molto presente all'estero" è mediamente in calo la tendenza all'esportazione, in tutti i paesi si assiste a tale fenomeno, sicuramente non c'è disponibilità alla spesa ma anche il nostro prodotto è aggredito da una concorrenza sleale perché fondata sulla copia".
"La crisi in atto è molto aspra ce lo ricorda Giordano Cancellieri di Gerardina di Maggio di Porto S. Elpidio che sta mettendo alle corde il nostro made in italy, alla congiuntura internazionale si è aggiunta una competizione dura dei paesi del Far East, possiamo reagire solo con maggiore stile, creatività e qualità ".
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18/09/2003
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