Sono note a tutti, e non da oggi, le condizioni di disagio in cui versa l'intero comparto della sanità.

A livello nazionale per i noti problemi finanziari centrali che hanno indotto i vari governi a scaricare sulle Regioni la responsabilità sulla sanità e, nel contempo, a ridurre drasticamente i trasferimenti da Stato a Regioni.

A livello regionale sia per i suddetti motivi finanziari che, fortunatamente, a nostro parere,  hanno portato la Regione Marche ad agire sul fronte fiscale, piuttosto che instaurare il regime dei ticket, che avrebbe  inciso più profondamente sulle fasce deboli della popolazione, sia per la necessità di riorganizzare e razionalizzare la sanità regionale anche attraverso tagli e spostamenti.

A livello locale per le  conduzioni politico amministrative, protrattesi per almeno un decennio, che, peccando di immobilismo rinunciatario e di pressappochismo, hanno in parte ingenerato -nella componente amministrativa una specie di fatalismo abulico - nella componente sanitaria a tutti i livelli, stati di rassegnazione e di disfattismo - nella popolazione,  fortissimi sentimenti di disaffezione nei confronti della propria sanità e del proprio nosocomio.

A tutti questi sentimenti, ultimamente, si sono aggiunti quelli della costernazione e del risentimento in buona parte degli operatori sanitari a causa di alcune recenti deliberazioni, orchestrate dalla Direzione Amministrativa col beneplacito del Commissario Straordinario, riguardanti assegnazioni di incarichi ad ex dipendenti in quiescenza per "recesso volontario", talvolta senza soluzione di continuità tra dipendenza ed incarico; con compensi che vanno fino all'importo di € 300,00 per accesso di cinque ore,. per quattro accessi la settimana, per quattro mesi  rinnovabili (300 x 4 x 4,29 = 5.100,00 € al mese ). Questo, in presenza, nell'organico dell'Azienda, di altro personale di pari grado o di grado superiore, sottoutilizzato o non utilizzato e dopo aver abbondantemente reclamizzato un protocollo d'intesa con la ASL 13 di Ascoli Piceno sulla utilizzazione congiunta di diverse figure dirigenziali con risparmi eclatanti per le casse regionali ed aziendali.

Tutto ciò in spregio alla legge (n° 724 del 23.12.94 ), ancora in vigore, che vieta espressamente alle Amministrazioni Pubbliche, e tra esse rientra chiaramente l'Azienda sanitaria, l'assegnazione di incarichi ad ex dipendenti, della stessa Azienda, in quiescenza volontaria  ed, addirittura, da parte di Amministrazioni con le quali ci sia stato un rapporto nei cinque anni precedenti.

Le decisoni si prendono per il rafforzamento del settore amministrativo che, a detta delle statistiche regionali, risulta ovunque già pletorico, ci sono numerosi servizi agli ammalati che soffrono cronicamente per carenza numerica di personale; un esempio per tutti: il Pronto Soccorso che, nella torrida estate passata, è letteralmente scoppiato per l'enorme massa di lavoro cui è stato sottoposto. Qualche assunzione in più di sanitari, sia pure temporanea, non sarebbe stata miglior soluzione e più utile per gli ammalati che si rivolgono al nostro Ospedale e dai quali noi, in prima linea, sentiamo continuamente mugugni e proteste?

Dire questo ci spiace oltretutto perché abbiamo una profonda stima del Dott. Marabini, e gliela abbiamo espressa sempre personalmente, che ha, in questo sia pur breve periodo di direzione, costantemente cercato il miglioramento dei reparti e servizi esistenti tra cui ultimo, in ordine di tempo, quello di Emodialisi,  con l'aumento dei posti letto, coll'ampliamento delle prestazioni e con il miglioramento del comfort dei dializzati.

* per il Tribunale per i Diritti del Malato