Penty, artista di strada
| A San Benedetto vietata la derattizzazione: la Pentagana artista è razza protetta.
di Veleno
Passeggiavo nella centralissima via Secondo Moretti, anzi ora piazza Secondo Moretti, meglio "piazza lunga" Secondo Moretti,che ne dite? Era divertente. Gli artisti di strada facevano evoluzioni di ogni genere e di ogni genere erano le loro specifiche competenze: giocolieri, mangiafuoco, attori, trasformatori di palloncini, mimi. Tutti erano circondati da capannelli di famigliole e anziani. C'era, guarda un po', anche qualche giovane.
Mi avvicino incuriosito ad uno di questi capannelli formatisi sotto un colorato oleandro, non cespuglioso ma ad alberello.
Cercavo l'artista, ma tutti guardavano incuriositi in alto tra i rami. Mi domando: "Ma che fa l'artista sopra l'albero"? Guardo meglio e che vedo: un ratto, pure bello cicciotello.
Allibisco! Ma la gente sembra divertita: ride.
Il ratto sta al gioco, si mostra, fa qualche piroetta poi salta a terra e sgattaiola tra la folla. Qualche urletto, tra lo schifato e il compiaciuto, lo accompagna verso la prima fogna.
Dato il successo, subito gli affibbio un nome da artista, da artista di strada: Penty, che è il diminutivo del dialettale "pentecana".
Ma Penty non è l'unica artista in circolazione al centro di San Benedetto del Tronto.Cento metri più avanti infatti vediamo un altro "artista". Non è però un attore ma un funambolo. Si esibisce, passando da una palma all'altra, destreggiandosi su un filo della luce.
Visti sotto questo aspetto i fatti accaduti appaiono divertenti, però mi sono irritato per l'atteggiamento poco educato mostrato da Penty. Era entrata, senza permesso, nell'appartamento di un mio vicino. Non puoi dargli un po' di confidenza che subito ne approfitta.
Ho preso carta e penna per farlo presente all'unità sanitaria locale. Preso dall'ira volevo addirittura che avvenisse una derattizzazione: basta con questi artisti di strada invadenti.
Poi, smorzatisi i bollenti spiriti, ho incominciato a ragionare pensando: "Ma chissà quanto avranno speso in municipio per ingaggiare la compagnia di Penty, che proprio io mi metta contro gli artisti non ha senso: da bambino ho anche recitato all'oratorio".
Allora ho appallottolato il foglio appena scritto, pensando teneramente alla garrula famigliola di Penty.
Quasi quasi suggerisco alla ASL di far divenire la numerosa tribù di Penty, una delle attrazioni turistiche permanenti di San Benedetto del Tronto. Rimini ha il Delfinario, noi come lo possiamo chiamare...ecco, il Panteganaio. Ma sì, facciamo qualcosa di concreto per rilanciare il turismo che langue!
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10/09/2003
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