Venezia rievoca brutti ricordi: l'anno scorso i lagunari rubarono tre punti alla compagine bianconera proprio nella domenica di Carnevale. Quasi a dire a "Carnevale ogni scherzo vale" e credetemi fu difficile da digerire insieme a ravioli e frappe.

Questa volta mi presento al Del Duca già avvilita alla luce delle sconfitte inanellate dall'Ascoli tra le mura amiche.

Il panteranera ha ormai conquistato il posto da titolare di Robertone Sosa e Giorgino La Vista è pronto a scorrazzare sulla fascia destra al posto di Pippo Antonelli. Questo assetto, tutto sommato, mi piace parecchio poiché ci muoviamo bene e i meccanismi di intesa tra Indiavolato Pià e panteranera sembrano essere oliati un bel po'.

Il Capitano è ben piazzato al suo posto di comando e il gioco scorre piacevole.

Non abbiamo fatto i conti con Fantini che dopo aver tentato di sellare Cavallopazzo si fa avanti da solo e tira un paio di bordate all'indirizzo di Davide Micillo.

Sul fronte opposto Soviero non ascolta affatto il consiglio di Dante "Non ti curar di loro ma guarda e passa" e continua ad aizzare gli animi dei tifosi della curva che non gli hanno perdonato i suoi trascorsi "jiallovlù". Così un siparietto per niente simpatico si propone agli occhi degli spettatori attoniti: la curva che insulta e il portiere che risponde con gesti plateali e diciamo "vietati ai minori".

Intanto i nostri, nella persona amabile di Ignazietto Pià, si procurano il solito rigorino in quanto a "cavallo Maldonado non si guarda in bocca". Il Capitano trasforma senza problemi. 1 a 0 al 30'.

Gli arancioneroverdi non ci stanno a perdere ma non è che si impegnino granchè per farlo capire e, così, Cavallopazzo Di Venanzio passa una bella palla a Bonfiglio che, di prima, lancia Indiavolato Pià a rete. Scegliete voi il degno happy end di una spettacolare azione: il gol? Ma certo! 2 a 0.

Il secondo tempo sembra la brutta copia della prima frazione.

Entra Sosa al posto di Pià e, devo dire, che la mancanza del brasiliano viene a turno rimpianta da ognuno dei cinquemila. Poi non dite che sono di parte!

Robertone, purtroppo, non ha trovato una propria dimensione e continua a vagare per l'area in cerca di non so quale ispirazione dall'alto. L'ostinazione di Dominissini di farlo entrare in campo a prescindere dal qualsiasi condizione di forma è apparsa troppo velleitaria.

Intanto al "chi non salta è anconetano" della curva, Micillo abbozza un timidissimo quanto impercettibile saltellino come se volesse togliersi un sassolino dalla scarpa. Attenzione: Indiveri ha fatto una brutta fine e si è beccato uova fresche a San Benedetto, per aver cantato sull'onda dell'euforia post-promozione "e pozza piove…".

Tra una saltellata e una cantata sopraggiunge inaspettato (?) il gol dei veneti che hanno trovato la loro Islas felice 2 a 1.

In questo momento il pathos di una improbabile, quanto improponibile, rimonta si trasforma in  nervosismo che mi spinge a guardare ogni 10 secondi l'orologio e, per paura di una eventuale improvvisa rottura del cronometro, a chiedere al vicino supporto con insistenza e petulanza tali da farmi mandare a…casa mia!

Finalmente il fischio finale.

Il cielo è ancora azzurro sulle teste dei bianconeri e così mi sorge un dubbio: ma vuoi vedere che la rondine di domenica scorsa a Bari ha fatto davvero primavera?