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Per il Turismo...Laurea in Economia e Commercio

| L'apertura della facolta' di Economia e Commercio nella nostra citta' sara' humus per le idee innovative

di Veleno

Per l'ennesima volta ho letto sui quotidiani le statistiche dell'andamento turistico di questa stagione e il solito tran tran dei commenti. Ve li risparmio, tutti comunque con lo stesso difetto di voler nascondere la spazzatura sotto i vari tappeti, non ultimo un damascato piano di spiaggia. Sul nostro quotidiano si dà notizia delle lamentele di Gino Troli sul fatto che neanche i libri di geografia si ricordano di noi. E' il segno evidente di un'immagine di San Benedetto poco evidenziata a livello nazionale con ovvie ripercussioni sul turismo.

Ci accontentiamo di fare da spalla a Salsomaggiore, di qualche passaggio in TV, non siamo neanche capaci di curare i particolari di certi eventi. Pensate al nome della classica ciclistica di primavera la Tirreno – Adriatico, sempre lo stesso nome da più di venti anni. Non sarebbe il caso di chiamarla, non so, la Tirreno – San Benedetto del Tronto, tanto per puntare un occhio di bue sulla nostra città. E che dire del premio "Tascabile"? E' così tascabile che nessuno lo nota: è in vita da oltre 20 anni senza riuscire a costruirsi una nicchia a livello nazionale.

Da anni si parla del turismo congressuale ma sempre storcendo il naso. Si dice:"Non né risolutivo per rilanciare il nostro turismo".

Sarà, ma non mi convince.

Ma in definitiva qual è il tipo di turismo che ci caratterizza? Non è congressuale (vedi Rimini), non di massa( vedi riviera romagnola), non è legato alla tipicità del luogo(Sirolo), non è culturale (Venezia), non è paesaggistico (Sardegna), non è termale(Salsomaggiore). E' di tutto un po'. Anche termale, perché no. Torre di Palme , con la sua acqua per la cura dei reni, è a due passi e la nostra sabbia è adatta per fare le sabbiature.

E' dunque un turismo "tuttologo". Sappiamo fare tutto ma siamo specialisti(leggi i migliori) di nulla.

San Benedetto del Tronto è un nome che non dice più nulla a livello nazionale ed è una stazione turistica che non emerge in niente. Sono questi i pilastri del nostro Medio Evo turistico.

Ci sbrodoliamo sempre confrontando le varie statistiche e cercando il pelo nell'uovo su questa o quella variazione percentuale. Mai nessuno che abbia avuto il coraggio di andare a vedere le statistiche nazionali comparate. Mi domando se negli anni '60 eravamo tra le prime stazioni turistiche italiane, ora in che ordine ci hanno classificato? Zona retrocessione?

Sembra però che si stia accendendo il lumicino della speranza: l'istituzione della facoltà di Economia e Commercio.

Voi dite: 'ma che ci azzecca l'università con il turismo?'.

Una facoltà universitaria è soprattutto "adibita" alla ricerca. Nel caso specifico a "inventare" nuovi modelli economici da applicare a livello nazionale ma anche nel territorio dove opera. In sostanza un aggiornamento continuo, anche nel ramo turistico, delle migliori tecniche di mercato. Seminiamo cultura economica per raccogliere...Euro. Fusse ch'a fusse la vorta bona.

12/10/2003





        
  



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