L'inflazione resta stabile, aumentano i prezzi alla produzione, cresce il costo del petrolio insieme a quello di alcune tariffe. Mentre si continua a gridare "al lupo, al lupo", denunciando la presunta scorrettezza dei commercianti e la loro responsabilità nell'aumento ingiustificato dei prezzi, l'Istat diffonde i dati sui prezzi alla produzione, che segnano per i beni non durevoli un aumento del 2% su base annua (con una tendenza quasi doppia, +3,5%, nei primi otto mesi del 2003) e le stime preliminari sull'inflazione in settembre, sostanzialmente stabile rispetto al mese di agosto.

L'analisi dell'istituto di statistica sembra dunque dar ragione alle spiegazioni più volte fornite dalla Confesercenti in merito alla crescita dei prezzi al dettaglio: aumenti dei costi alla produzione (spesso calmierati proprio dal venditore finale), aumenti dei costi intermedi ed incrementi delle tariffe.
Significativo risulta l'aumento dei prezzi dell'energia che nei primi otto mesi dell'anno ha raggiunto un + 4% (+1,1 rispetto al mese precedente) con inevitabili ripercussioni sulle tariffe a carico di cittadini ed imprese. 

Così, mentre l'inflazione segna il passo, i prezzi all'origine aumentano con buona pace di quanti continuano a "sbattere il mostro-commerciante in prima pagina".
Ma resta la necessità di interventi adeguati a rilanciare i consumi, restituendo alle famiglie potere d'acquisto e fiducia ed alle imprese la forza necessaria per avviare il dovuto processo di modernizzazione e recuperare la competitività perduta.

*  Segretario Provinciale