Una nuova cooperativa, chiamata "Lavoriamo insieme", è stata istituita questa mattina (mercoledì 12 novembre) presso il Comune di San Benedetto, allo scopo di favorire l'inserimento dei ragazzi disabili nel mondo del lavoro (e per questo, in base alle disposizioni di legge, si tratta di "cooperativa di tipo B", essendo di tipo B appunto quelle cooperative che favoriscono l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate).

L'atto di istituzione della cooperativa è stato firmato alla presenza del notaio Pietro Caserta (che ha prestato gratuitamente la propria opera), da parte di nove soggetti, come prescritto dalla legge: i rappresentanti di quattro altre cooperative già operanti sul territorio nell'ambito del "sociale" (l'Oleandro, Biancazzurro, Chapp, Filo d'Arianna) e cinque genitori di ragazzi disabili. Dopo la firma di oggi si potrà procedere all'iscrizione di soci disabili, sempre secondo il dettato normativo.

Presidente della cooperativa "Lavoriamo insieme" è l'ing. Pietro Guidi Massi (imprenditore edile), suo vice la signora Maria Grazia Ficcadenti. Il Comune di San Benedetto, da parte sua, metterà a disposizione gratuitamente alcuni locali in via Machiavelli, dove verrà istituito il primo laboratorio a disposizione dei ragazzi.

"Provengo dal mondo del lavoro, spiega l'ing. Guidi, e intendo perseguire l'obiettivo dell'inclusione sociale di ragazzi che non sono stati favoriti dalla sorte. Cercherò di portare le mie capacità operative all'interno della cooperativa e di un settore cui tutti dovremmo contribuire se vogliamo chiamarci uomini. Un altro dei nostri obiettivi è quello di coinvolgere anche gli altri Comuni dell'hinterland. Ciò che è mancato fin qui è proprio la capacità di aggregarsi, in modo da ottenere, fra le altre cose, quei finanziamenti regionali che vengono assegnati ad enti organizzati e non troppo piccoli".

Dice Alberta Palma, curatrice dell'area di ricerca e sviluppo delle cooperative l'Oleandro e Biancazzurro: "per il prossimo futuro abbiamo intenzione di contattare tutte le aziende dell'entroterra per chiedere di loro di assegnare alcuni compiti ai nostri ragazzi, che così potranno lasciare per qualche ora i centri diurni".