La scommessa del vice sindaco Piunti: "avanti tutta fino al 2006 e oltre"
San Benedetto del Tronto | Dall'Amministrazione Martinelli alle posizioni di AN in campo nazionale: per Piunti il filo rosso è la coerenza.
di Giovanni Desideri
il vice sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti
I più maliziosi sfogliano la margherita (il fiore) sulle sorti dell'Amministrazione Martinelli. Cade o non cade? Per Piunti non è che la questione sia mal posta: non si pone proprio. Crisi? "Lo escludo". Senza se e senza ma. Nonostante i malumori che certo non mancano nella maggioranza che amministra San Benedetto e le accuse dell'opposizione rivolte proprio al partito del vicesindaco, Alleanza Nazionale, di appoggiare al mattino chi protesta e alla sera il destinatario delle proteste, ovvero la stessa Amministrazione di cui è parte.
Vice sindaco, Alleanza Nazionale è un partito di lotta e di governo?
Noi siamo organici a questa Amministrazione e ne rispettiamo scrupolosamente il programma. Quando nascono questioni come quella sul commercio [la mancata apertura dei negozi il 1° novembre, n.d.r.] o sull'Ici per i concessionari di spiaggia, noi coerentemente manteniamo la nostra linea, ciò che vuol dire, contestualmente, fare fede al patto di maggioranza. Alleanza Nazionale non mette ostacoli all'operato di questa Amministrazione. Al contrario. E infatti per quanto riguarda i Comitati di Quartiere il nostro intervento è stato propedeutico per arrivare alla tregua positiva dell'ultimo incontro tra i presidenti dei Comitati e il sindaco, lo scorso 10 novembre. Ora si dovranno affrontare i problemi che i quartieri ci segnaleranno.
Ma sul commercio non si tratta solo di parole, c'è una querela in corso.
La querela per il Pinocchio messo da alcuni commercianti del centro nell'aula consiliare è stata un'iniziativa personale del sindaco, non concordata con gli alleati. Il sindaco ha ritenuto di dover difendere le Istituzioni. Io gli ho chiesto di rivedere la sua posizione, per evitare che si arrivi all'incomunicabilità con i commercianti. Ma a prescindere da questa vicenda credo che il sindaco sia una persona affidabile e attendibile per i cittadini.
Siete stati eletti nel 2001 sull'onda di una reazione contro la politica. Lo stesso sindaco Martinelli non è un politico. Questo vi frena?
Penso che le persone della società civile siano un formidabile grimaldello per arrivare a vincere le elezioni. È chiaro che dopo si debba necessariamente pagare lo scotto del noviziato, determinato dalla mancanza di esperienza politica. Ma nel nostro caso, a parte le difficoltà iniziali, credo che si sia ormai affermato il giusto equilibrio tra l'entusiasmo per la novità e la credibilità di chi, come Alleanza Nazionale, si proponeva con l'esperienza di anni di opposizione costruttiva. Diciamo questo: il sindaco è stato il principale artefice della nostra affermazione elettorale, noi abbiamo dato credibilità a tutto lo schieramento. Detto questo, non direi che il sindaco frena la politica di AN. Certo, si vorrebbe sempre fare di più, ma siamo moderatamente soddisfatti di quello che abbiamo fatto.
Moderatamente?
Moderatamente. Noi abbiamo impostato la nostra azione di governo su cinque anni. Stiamo lavorando senza grandi squilli di tromba per arrivare a riconsegnare ai cittadini una San Benedetto migliorata rispetto agli anni passati. In tutti i settori della vita cittadina: servizi, strutture, viabilità e programmi. Soprattutto, senza chiedere sacrifici economici ai nostri concittadini. Oggi San Benedetto è una città governata con acume, come si governa una famiglia.
Forse l'opposizione accetterebbe l'immagine della famiglia. Vi accusano infatti di risparmiare troppo e dare poco alla città.
Noi non accumuliamo più soldi di quanto abbiano fatto i nostri predecessori. Ci accusano di avere avanzi di bilancio, ma questo dipende da trasferimenti di altri Enti, come la Regione. Dipende quindi da aspetti tecnici della vita amministrativa, non certo da scelte politiche.
Lei è anche assessore alle politiche sociali, dividendo questa competenza con Nazzareno Pompei. Approva la recente legge Fini sulla droga, che abolisce ogni distinzione tra "droghe leggere" e "pesanti" e penalizza anche ciò in precedenza era l'"uso personale"?
Assolutamente sì. Il primo passo verso l'eroina è lo spinello. Statisticamente, il 90% di chi fa uso di eroina aveva cominciato proprio dallo spinello. La politica di Alleanza Nazionale, pertanto, non va definita "repressiva". Tende invece a chiarire una volta per tutte ciò che è lecito e ciò che non lo è, ciò che è bene e ciò che è male. Non proponiamo di mettere le manette a chi fuma uno spinello, ma di sensibilizzare le persone sui rischi della droga e di inserire quelli che già ci sono dentro in percorsi di recupero.
Di fatto non si crea un clima di proibizionismo?
Guardi, proprio la notizia di ieri sul traffico di droga intercettato a Roma da parte delle forze dell'ordine, in cui pare fosse coinvolta anche Serena Grandi, è un esempio della posizione di Alleanza Nazionale di fronte al problema della droga: ristabilire la legalità. È una garanzia per tutti. Non so di casi di criminalizzazione dei ragazzi. Poi la diversità delle opinioni sono bene accette se favoriscono il dibattito. Ma non se lo affossano.
Il presidente nazionale di AN, Fini, ha anche proposto recentemente di concedere il voto amministrativo agli immigrati. Condivide questa scelta?
Il voto agli immigrati regolari è la coerente prosecuzione della legge Bossi-Fini sull'immigrazione. Si tratta di regolarizzare compiutamente la posizione degli immigrati che sono in regola con il lavoro, che si comportano bene, hanno una casa, partecipano già di fatto alla vita delle città in cui risiedono. Quelli che rispettano questi requisiti possono sicuramente avere il diritto di esprimere la loro preferenza su chi deve amministrare le città. Ma questo ribadisce anche che chi viceversa non è in regola con le leggi del nostro Paese non solo non può avere diritto di voto, ma non può nemmeno stare sul nostro suolo nazionale. Questa è la posizione coerente e civile di un partito che non è mai stato razzista, ma che è sempre stato per il rispetto delle regole e delle leggi. Senza dimenticare che anche gli Italiani sono emigrati in tutto il mondo, contribuendo al progresso di Paesi che oggi sono modello di democrazia.
Un altro argomento sollevato dall'opposizione sono i tagli alle politiche sociali dovuti alle Finanziarie degli ultimi anni. Anche a San Benedetto si è tagliato?
Assolutamente no. A San Benedetto in due anni e mezzo non solo non abbiamo tagliato la spese sociale, ma abbiamo al contrario rafforzato diversi servizi, mettendo in rete tutto l'esistente, per non disperdere le energie e non creare doppioni. In questo momento ci stiamo accingendo a fornire alla città un altro servizio importantissimo e necessario: un centro diurno per malati di Alzheimer. Abbiamo già firmato un protocollo d'intesa con la Asl, ora dobbiamo trovare una sede e un gestore. Direi che entro sei mesi il servizio sarà attivo. Più in generale, sia io sia Pompei riteniamo che le politiche sociali debbano essere il fiore all'occhiello di questa Amministrazione.
Altre proteste nell'aria di questi tempi provengono dalle scuole, per esempio a proposito dei finanziamenti dati alle scuole private mentre quelle pubbliche languono. Sottoscrive le proteste o i finanziamenti?
Le scuole private hanno la stessa dignità di quelle pubbliche. Condivido la posizione del governo nazionale.
Torniamo alla politica locale. Il sindaco Martinelli dice che nel 2006 non si ricandiderà.
Per noi è impossibile non riproporre un candidato uscente che ha già vinto le elezioni. Noi faremo di tutto per confermarlo. Ma se non dovesse accettare, sceglieremmo qualcun altro all'interno della Casa delle Libertà.
Il sindaco minaccia dimissioni se il Piano Idea non passerà in Consiglio Comunale prima di Natale. La scadenza del mandato potrebbe essere prima del 2006.
Lo escludo. Il sindaco non si dimetterà. Noi faremo di tutto per accontentare il sindaco sul Piano Idea. Ma se per motivi diversi si dovesse tardare di uno o due mesi, una volta capito che non c'è da parte di nessuno la volontà di bloccare questo provvedimento, credo che sarebbe ragionevole non farne un dramma.
Che il sindaco debba rassegnarsi a veder crescere il suo fiore all'occhiello (ognuno il suo), cioè il Piano Regolatore, a primavera, stagione dei fiori?
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20/11/2003
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