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Bentegodi o Del Conero? Il risultato è quello che conta!

| ANCONA - Considerazioni semiserie sulle gesta dolciamare dell'Ascoli Calcio.

di Federica Poli

È domenica mattina, finalmente dopo tanto studio ho tempo e voglia di pensare al mio Ascoli. Salgo nella mia bella macchinina e parto alla volta di Verona. Eccomi ragazzi sarò con voi anche questa volta. Ma non è che siamo partiti un po' tardi, provo a chiedere, ma nessuno risponde.

Durante il tratto Ascoli-Mare "La città di Giulietta, la città del pandoro" canticchio sulle note di non so quale canzone, e col cuore felice penso alla amena cittadina ma d'improvviso uno sbadiglio mi coglie di sorpresa. Sono giorni che non dormo, è un periodo un pò agitato, e la stanchezza comincia a farsi sentire. Il sonno prende il sopravvento, così, cedo il posto di comando e mi butto a capofitto tra le dolci braccia di… Morfeo. Ehi, ma che avete capito! Non il giocatore del Parma, ma per chi mi avete preso, io sono una ragazza seria. Eppoi ormai lo sapete che sono di palato fine e snobbo gli uomini che non sono "letterini" o "velini". Vabbè torniamo a me e al mio sonno profondissimo e agognatissimo. Quando mi sveglio siamo già davanti lo Stadio. Una bella stiratina, scendo dalla autovettura mi sgranchisco le gambe e guardo innanzi…eppure il "Bentegodi" mi pareva più grande…e come siamo arrivati presto….certo che qui non ci tengono per nulla alla squadra, ancora non si vedono vessilli gialloblù all'orizzonte anzi, dirò di più, c'è qualche sporadica bandierina biancorossa… mi sa che giocano i bambini delle giovanili prima della partita dell'Ascoli.

I miei accompagnatori non mi guardano più e hanno in viso uno strano ghigno tra il riso e il mistero. Boh, farò questa impressione appena sveglia. Eppure una bella spazzolata alla folta chioma l'ho già data e la consueta ritoccatina al trucco non è mancata. Visto che ho smesso da tempo di cercar di comprendere le persone, evito di farmi domande su comportamenti che non concepisco e mi limito a guardare senza commentare (almeno non ad alta voce).

Tra sberleffi e risatine senza senso, entriamo allo Stadio. Il mio biglietto è stato volutamente occultato e cosa mi ritrovo di fronte? Una struttura che mi pare tanto di aver già visto ma non riesco ancora a collocarla mentalmente in un periodo storico-calcistico ben preciso. Il mio vicino parla con un accento strano che mi pare alquanto simile a quello di un mio carissimo amico…ma non ricordo bene chi, anzi, preferisco non ricordare. Il dubbio s'insinua dentro di me e il cervello inizia a carburare.

Le squadre entrano in campo e… aaaaaah! Urlo con tutta la rabbia possibile: "attentato!" Non ci posso credere, io al Del Conero a vedere l'Ancona, "Aiutooooo, ascolani accorreteeeeeeee!" Ma valli a trovare i bianconeri, sono tutti a Verona o comunque a casa a godersi i nostri beniamini e io qui cogli anconetà.

Per fortuna oggi gioca la Lazio del bel Mancio, coi suoi Lopez (no, è infortunato), Stankovic ( ma come non lo sai che è squalificato?), Cesar (è una vita che è fuori), Mihajlovic (non gioca manco lui), vabbè ci sarà almeno quella faccia pulita di Inzaghi (ha litigato col mister forse non gioca), il caro vecchio portierone Angelo Peruzzi però non può mancare (ehm, scusa ma è rimasto a casa oggi ci sarà Sereni). Con le lacrime agli occhi e col disappunto che mi si legge lontano un miglio comincio a vedere quanto mi si prospetta davanti, e almeno col telefonino mi tengo aggiornata sulle gesta dei bianconeri.

L'Ancona sembra un bel po' convinta di portare a casa (senza spostarsi) una vittoria e i biancocelesti affrontano la gara con sufficienza tale da farli sembrare stanchi e abulici. Il primo tempo scorre via e io coll'orecchio teso al trillo del telefonino ascolto dall'altro capo le notizie senza però proferire parola perché qua se scoprono che sono ascolana e tifo pure Lazio mi linciano. Ah, dimenticavo di concedervi un piccolo particolare: io ovviamente non conoscendo la reale destinazione mattutina, al giacchino blu elettrico ho abbinato la bella sciarpona bianca e azzurra. Qui tutti mi guardano molto, ma molto male. Alla fine della prima frazione di gioco  chiamo a casa e con un messaggio cifrato mi riferiscono che SuperPippo Antonelli Agomeri ha segnato il gol del vantaggio dei bianconeri. Il secondo tempo lo affronto con lo sguardo fisso al cronometro e ancor di più quando Liverao Liverani segna da trenta metri un Eurogol ai cugini che innanzi a cotanta maestria si prostrano ai suoi piedi. Tutto scorre come deve fino al triplice fischio di Racalbuto (ad Ancona) e di Carlucci (a Verona).

L'Aquila e il Picchio vincono in esterna e tornano a sperare, o meglio a volare, dietro le grandi perché a volte vedere dall'alto il mondo è più bello di piantare i piedi per terra.

In conclusione: ho visto la mia squadra vincere in trasferta per 1 gol a zero segnato dall'esterno destro, che importa poi se anziché essere al Bentegodi ero al Del Conero d'altronde…non è il risultato quello che conta?

14/12/2003





        
  



1+5=

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