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Dante Teodori lascia la presidenza provinciale della CIA

Ascoli Piceno | Non è improbabile un futuro impegno pubblico visto i numerosi progetti e le iniziative rilanciate.

di Roberta De Angelis

Dante Teodori, ad un anno dalla sua ultima rielezione, lascia, ufficialmente per raggiunti limiti di età, dal 31 dicembre 2003, la presidenza della CIA provinciale. Questo non significa però che la sue idee, le sue attività e i suoi progetti sia destinati a fermarsi. Anzi, Teodori è pronto a rilanciare, con nuove iniziative e programmi da svilupparsi sia nel campo dell'agricoltura che delle attività sociali e  pubbliche. Una fase nuova che si pone due obiettivi principali : fornire nuova lifa e impulso alle azioni in favore del settore agricolo, superando la gestione tradizionale attualmente prevalente nel comparto, e portare pubblica ammnistrazione, enti e istituzioni ai vari livelli – Provincia e Regione Marche in particolare – a sposare appieno, come non è stato fatto fino ad ora "i problemi ma anche le grandi potenzialità dell'agricoltura e dell'ambiente, che sono fondamentali per la crescita equilibrata del nostro territorio."

Teodori, alla guida dalla Confederazione italiana agricoltori (prima CIC : coltivatori) dal 1988, ricorda i successi conseguiti dall'associazione fino ad oggi : "Nel 1988 avevamo 4.500 iscritti, tra imprenditori, operatori agricoli e pensionati, assistiti da 14 dipendenti in tre soli uffici. Adesso, nel 2003, gli iscritti sono arrivati a 14.300 - di cui 3.300 imprese – e i dipendenti ad un totale di 40, dislocati in sedi e uffici diffusi in 33 comuni della provincia. Questi numeri spiegano da soli il lavoro svolto – afferma Teodori – ma soprattutto testimoniano del fatto che la CIA ha agito bene per la sua parte, nel portare l'agricoltura e tutto quello che ad essa è legato (zootecnica, ambiente, enogastronomia, tipicità, cura del territorio, turismo etc.) ad avere un ruolo nel campo della vita pubblica, economica e sociale, che prima non aveva. Ma ora questo non basta più."

Per quali motivi tutto ciò non è sufficiente ? " Perchè si deve compiere un salto di qualità che veramente metta il settore al centro dell'attenzione, per tutto quello che rappresenta e vale in un area come la nostra. I motivi di questi ritardi sono diversi. Da un lato – sostiene Teodori – la struttura propria delle organizzazioni che operano nel comparto è rimasta ferma ad una gestione delle cose ancora tradizionale, mentre dall'altro, istituzioni come la Provincia e la Regione, proprio perché senza un progetto complessivo nei riguardi del mondo agricolo, non hanno fatto tutto quello che erano nelle loro capacità per comprendere l' importanza economica e sociale, oltre che culturale e ambientale di un settore importante come il nostro.

Il Piano regionale di sviluppo rurale, varato due anni fa, per esempio – ricorda il presidente uscente – doveva stanziare il triplo delle risorse messe effettivamente a disposizione (400 milioni di euro), per rispondere alle reali necessità degli operatori e di tutto il territorio. Così com'è, credo sia chiaramente insufficiente." E allora che fare, per affrontare tale situazione e risolvere le più urgenti questioni sul tappeto ? "Prima di tutto occorrebbe che si passasse, a livello istituzionale da una politica generalista, che distribuisce soldi ma non approfondisce i problemi anche diversi, delle varie aree o dei segmenti di produzione, ad un'altra fondata su scelte prioritarie, centrate su prodotti o progetti particolari che siano in grado di catturare meglio e in maniera duratura l'attenzione dell'opinione pubblica, rilanciando così l'immagine e tutto il processo complessivo che vi è dietro.

In secondo luogo – continua Teodori – è ovvio che tale impostazione sarebbe favorita da strumenti operativi locali, in termini sia di organizzazione che di metodi e servizi, diversi e innovativi rispetto agli attuali, con riguardo sia alle filiere nel loro insieme che soprattutto alla fase di promozione e commercializzazione di certi prodotti di qualità o di aree  uniche e di eccellenza. In questo senso, occorre fornire nuove e più efficaci risposte alle domande che vengono dal mercato e dai consumatori, i quali sono più attenti, sensibili e maturi rispetto alle proposte che arrivano dal mondo della produzione."

E' in questa direzione che lei sta già lavorando ? "Posso dire solo che l'esperienza acquisita fino ad ora potrebbe essere spesa per collaborare ad altri progetti." Nessun rimpianto nei confronti della "sua CIA" ? "E' evidente che il lavoro svolto in tutti questi anni nella Confederazione, ha lasciato un impronta forte nella mia vita. Ma ora è stata scelta un'altra guida per l'organizzazione, e ad essa non posso che fare gli auguri." E' una persona della nostra zona ? "No, è di Ancona." Come mai ? "Non lo so, bisogna chiederlo ad Ancona. Di sicuro non è espressione del nostro territorio."

In conclusione, Presidente Teodori, lei lascia la CIA, programma nuove attività nel suo settore di riferimento, e indica delle strade per il rilancio non solo dell'agricoltura locale : pensa ad un suo futuro ruolo nel campo politico-istituzionale ? "No, non ci avevo pensato. E tuttavia se mi fosse richiesto di mettere a disposizione il mio impegno, le mie competenze, la mia sensibilità per un programma reale di rinnovamento in ambito pubblico, che risponda alle legittime necessità di sviluppo dell'agricoltura, e agli interessi generali, economici e sociali, della popolazione e del territorio, potrei rifletterci seriamente.

30/12/2003





        
  



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