Scosse di assestamento dopo il voto del consiglio comunale di mercoledì 26 maggio, che per la seconda volta in due anni ha negato alla “Central Frigor Marconi Srl” l’autorizzazione (sotto forma di variante urbanistica) all’apertura di un supermercato in largo Mazzini 5 a San Benedetto. (Secondo passaggio in consiglio dovuto ad una sentenza del Tar Marche che aveva rilevato una mancanza di motivazioni al primo rifiuto.)

 

Il gruppo di Alleanza Nazionale, composto da cinque consiglieri, era rappresentato soltanto da Giorgio De Vecchis (presidente del consiglio) e da Benito Rossi, che hanno votato contro tale autorizzazione. Assenti il capogruppo Emidio Galiè e i consiglieri Eldea Angellotti e Stefano Nico. Il resto della maggioranza (sindaco Martinelli, Forza Italia e Udc) è “andato sotto”.

 

Tuoni e fulmini all’interno della coalizione di centrodestra. Di qui la replica di AN, per bocca del presidente del suo primo circolo, Vincenzo Amato: “avevamo votato contro quel provvedimento già due anni fa, ora abbiamo fatto la stessa cosa, dal momento che nel frattempo non c’è stata alcuna novità, né un accordo di programma tra il Comune e il privato sull’area di largo Mazzini-via Saffi. Avevamo anche chiesto di non portare quel punto in consiglio comunale con tanta fretta, di rinviarlo a dopo le elezioni.

Non è stato fatto. A quel punto avevamo anche annunciato il nostro voto contrario, con un anticipo di alcuni giorni sullo svolgimento del consiglio”.

 

Infine un’osservazione sulle presenze e sulle assenze: “devo dare una “tiratina di orecchie” ai consiglieri assenti, a cominciare dai nostri, fino a tutti gli altri. Un consigliere viene eletto per rappresentare i cittadini in consiglio comunale, non per starsene a casa! Faccio invece i complimenti ai presenti. A Giorgio De Vecchis, in particolare, per il suo intervento”.

 

Posizioni analoghe ribadite anche dal vicesindaco Pasqualino Piunti (che è vicepresidente provinciale di AN) e dallo stesso consigliere Benito Rossi, i quali negano si sia trattato di un “affondamento della giunta Martinelli” (come aveva sostenuto qualcuno), ma appunto di “coerenza con un voto già espresso precedentemente”.