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Ultima seduta consiliare di questa legislatura

Ascoli Piceno | Il bilancio anche questa volta risente degli aumenti dei costi di gestione.

di Federico Biondi

“Non si può deliberare un bilancio che non è in pareggio” dice il dirigente del comune di Ascoli Piceno Sergio Lagana. Il pareggio si è trovato. Una manovra complessa dove entrate una tantum e il rinegoziamento dei mutui, sono alcune delle operazione adottate che hanno portato il bilancio all’equilibrio. In futuro i bilanci dei comuni, grazie ai tagli del governo e delle regioni, andrà sempre peggiorando e occorrerà incidere sulle entrate del comune o incrementando la pressione tributaria o decrementando i servizi.
 
“I trasferimenti statali e regionali diminuiscono sempre, la spesa corrente lievita per effetto della svalutazione, basti pensare che il contratto dei dipendenti è aumentato dell’otto per cento per l’effetto dell’inflazione e dell’euro” afferma Sergio Lagana.
Un bilancio corretto sia nell’impostazione tecnica che programmatica, “abbiamo raggiunto un pareggio finanziario utilizzando tutti gli strumenti che la legge ci consente – dice l’assessore Giuseppe Pati e aggiunge - gli obiettivi che avevamo previsto sono stati raggiunti”. L’assessore ricorda che l’amministrazione ha portato a termine importanti investimenti nel settore delle politiche sociali e giovanili, “può essere considerato un bilancio sociale”.
 
Il bilancio anche questa volta risente degli aumenti dei costi di gestione dell’amministrazione comunale, “Queste difficoltà di bilancio sono avvertite da tutti comuni Italiani – dive il sindaco di Ascoli Piceno Piero Celani e aggiunge – ma c’è la necessità di non aumentare la pressione fiscale per non aggravare ulteriormente le difficoltà delle famiglie e al tempo steso dare un impulso all’economia”.
 
Tutto questo produce delle sofferenze e il comune di Ascoli, “abbiamo sopperito con delle operazioni mirate, prime fra tutte le riduzioni delle spese generali e quindi dei costi fissi dell’amministrazione e l’incremento delle entrate dai servizi del comune – dice il sindaco - al tempo stesso facendo delle operazioni di ingegneria finanziaria abbiamo rinegoziando tutti i mutui riducendo il debito contratto, non solo da quest’amministrazione ma anche dalle amministrazioni passate”.
 
I consiglieri comunali di minoranza denunciano che il bilancio del triennio 2003-2006 è un bilancio che ha una sofferenza strutturale. “Ha un debito colmato con le entrate una tantum dice il consigliere dei DS Maria Vittoria Miola - è come se in famiglia non si contasse su un bilancio fisso ma su una vincita al lotto”.
 
I consiglieri di minoranza fanno notare che il debito dell’amministrazione ammonta a sette miliardi e novecentomilioni delle vecchie lire e colmato, temporaneamente, da entrate una tantum, “entrate come gli ipotetici proventi della mostra da Tiziano a De Chirico” dice il consigliere Miola. L’assessore Giuseppe Pati fa notare, “la città di Ascoli Piceno ha bisogno di grandi eventi per la sua promozione”.
 
Il consigliere Miola afferma che il comune di Ascoli Piceno nel 2004 non ha rispettato il patto di stabilità obbligando il comune ad azioni restrittive come la riduzione della spesa pubblica nell’ordine del 10% rispetto al 2001.
 
Di conseguenza l’amministrazione comunale non può fare investimenti e soprattutto non può fare assunzioni. Le assunzioni sono un altro nodo scottante per una comunità che vuole erogare servizi, “sta di fatto che il personale va e andrà in pensione e deve essere sostituito affinché i servizi per i cittadini siano di qualità”.
 
Nel corso della seduta consiliare, il senatore Ciccanti ha chiesto al consiglio comunale di votare l’emendamento con cui si stanziano dei soldi per fare il ricorso alla Corte Costituzionale. Emendamento votato all’unanimità dal consiglio comunale, molto facilmente non produrrà nessun effetto ma era doveroso perseguirlo.   

28/05/2004





        
  



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