Energia Eolica: Uno studio preliminare per il territorio maceratese
| MACERATA - Definire i criteri di localizzazione e progettazione di centrali eoliche nel contesto del paesaggio maceratese. Il via a uno studio preliminare per capire dove e come poter eventualmente inserire impianti eolici sul territorio.
un momento dellincontro di presentazione dello studio
La ricerca, condotta da unéquipe di tecnici coordinati dallarchitetto Lucina Caravaggi, è stata presentata nella sede della Provincia, a Piediripa. Sono intervenuti anche il presidente Sauro Pigliapoco e lassessore Stefano Leoperdi.
Lo studio ha innanzi tutto individuato le zone che oggi non appaiono idonee a ospitare centrali eoliche dice Lucina Caravaggi dal punto di vista sia ambientale sia paesistico.
La mappa provvisoria di queste limitazioni si ispira a criteri già discussi in sede ministeriale, a limiti e prescrizioni contenuti negli strumenti di programmazione della Regione e della stessa Provincia, nonché a criteri di esclusione messi a punto su questo tema da altre regioni italiane (Abruzzo, Sardegna, Puglia, Toscana e Liguria).
In pratica, lo studio identifica come zone non idonee le riserve naturali, il Parco, i corridoi ecologici, le aree di importanza avifaunistica e quelle per la salvaguardia della biodiversità individuate dal Ptc provinciale.
Ed ancora: le aree critiche sotto laspetto idrogeologico, le zone limitrofe ai centri abitati, i luoghi di identificazione collettiva, i punti panoramici, le cosiddette skyline, nonché le aree di particolare interesse archeologico, storico e architettonico (poste già sotto vincoli ministeriali).
Lo studio ha innanzi tutto individuato le zone che oggi non appaiono idonee a ospitare centrali eoliche dice Lucina Caravaggi dal punto di vista sia ambientale sia paesistico.
La mappa provvisoria di queste limitazioni si ispira a criteri già discussi in sede ministeriale, a limiti e prescrizioni contenuti negli strumenti di programmazione della Regione e della stessa Provincia, nonché a criteri di esclusione messi a punto su questo tema da altre regioni italiane (Abruzzo, Sardegna, Puglia, Toscana e Liguria).
In pratica, lo studio identifica come zone non idonee le riserve naturali, il Parco, i corridoi ecologici, le aree di importanza avifaunistica e quelle per la salvaguardia della biodiversità individuate dal Ptc provinciale.
Ed ancora: le aree critiche sotto laspetto idrogeologico, le zone limitrofe ai centri abitati, i luoghi di identificazione collettiva, i punti panoramici, le cosiddette skyline, nonché le aree di particolare interesse archeologico, storico e architettonico (poste già sotto vincoli ministeriali).
La ricerca, poi, individua i paesaggi del vento, cioè quei siti potenzialmente idonei alla realizzazione degli impianti eolici in termini di sostenibilità ambientale e paesistica.
Il territorio è stato preso in esame su tre fronti: da un lato, le aree montane nei cui pianori sommitali potrebbero essere inseriti impianti eolici lineari o wind farm di sommità; dallaltro, le aree vallive del basso Chienti e Potenza per leventuale installazione di impianti lineari o isolati di pianura.
Infine, la terza fascia rappresentata dalle aree costiere che sono interessate da potenziali impianti off-shore.
Molto importante è anche la seconda parte dello studio sottolinea larchitetto Caravaggi in cui vengono evidenziati i criteri per la progettazione delle centrali, dalla fase di programmazione a quella di esercizio e di eventuale dismissione, e in cui è stata compiuta una selezione critica delle tendenze progettuali più recenti, ritenute significative per come hanno affrontato le questioni legate allinserimento paesistico degli impianti eolici e al loro impatto ambientale, sia visivo, sia rispetto al suolo o allacqua, alla vegetazione e alla fauna.
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10/06/2004
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