"Sono quattro anni che sentiamo queste promesse, ma siamo sempre allo stesso punto, anzi, quello che è cambiato, è cambiato in peggio". Così Nazzareno Ricci e Giuseppe Tizi i due pescatori che martedi sera hanno tentato di bloccare il canale del porto, rispondono alle dichiarazioni che l'onorevole Gianluigi Scaltritti ha rilasciato alla stampa locale all'indomani della protesta.

 

"Due anni fa ci hanno chiesto le nostre dichiarazioni dei redditi degli anni passati per controllare se il settore fosse effettivamente in crisi. Scaltritti sa benissimo che esistono delle problematiche, in questo momento la maggior parte delle barche di piccola portata è ferma. Noi ora ci troviamo con delle famiglie a carico, e dovremo lasciare tutto senza avere nessuna garanzia per il futuro? L'onorevole ci affronti in colloquio pubblico in modo che tutti possano toccare con mano la situazione".

 

Il j'accuse dei due marinai continua: "Marucci che fine ha fatto? Due mesi fa ci aveva promesso che entro 40 giorni si sarebbe giunti alla soluzione, ma non lo abbiamo più visto nè sentito. Quello che è successo martedi non è il gesto di due pazzi, ma la protesta di due persone che non vogliono vedere ridotte sul lastrico le proprie famiglie, ed ora ci ritroviamo con una denuncia a carico per questo".

 

La conditio sine qua non per l'avvio delle trattative, quattro anni fa, era l'eliminazione del punto che prevedeva la restituzione del libretto di navigazione: "Dopo quattro anni in cui ci hanno detto di aver lavorato a Roma, ora viene fuori che dobbiamo restituire libretto e licenza di navigazione. La licenza è emessa dal ministero, e la paghiamo annualmente circa 300 euro, poco meno di quanto pagano i pescherecci più grandi. Non possono levarcela. Per noi quella licenza non è un pezzo di carta, ma rappresenta il pane quotidiano".