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Canoni demaniali marittimi

San Benedetto del Tronto | Stato di agitazione degli imprenditori e serrata degli stabilimenti balneari Confcommercio.

di Dott. Giorgio Fiori*

“I nostri concessionari di spiaggia vogliamo lavorare con tranquillità senza subire le rivendicazioni da parte di chi ha gestito -male- per anni il demanio marittimo, non vogliono essere imprenditori di serie “B”, non vogliono ulteriori balzelli”. Queste le dichiarazioni di Giorgio Fiori direttore provinciale Confcommercio, in merito all’aumento del 250%, previsto a partire dal 2004, dei canoni demaniali marittimi, malgrado gli stessi siano correttamente aggiornati ogni anno secondo la rivalutazione Istat.
 
“Quest’anno, poi, - aggiunge Fiori- gli operatori sono già stati penalizzati da un inizio della stagione estiva non esaltante a causa sia del tempo incerto sia della recessione turistica in atto, malgrado molti dei nostri associati abbiano ampliato e qualificato la propria offerta dei servizi di spiaggia.
 
Nulla da eccepire sulle spiagge libere in alternativa allo stabilimento balneare, ma i turisti devono pretendere di avere sicurezza, pulizia e servizi minimi, tanto che la Confcommercio da sempre  collabora con i Comuni affinchè ciò sia possibile, anzi, è nostra intenzione promuovere accordi ancora più specifici con le Amministrazioni locali per agevolare le fasce sociali più deboli”.
 
Il Sindacato dei Concessionari di Spiaggia Confcommercio della provincia di Ascoli Piceno, preso atto che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - con il decreto interministeriale disposto dall’art. 2, comma 53, della legge 24 dicembre 2003 n. 350 - anziché rimuovere i problemi scaturenti dalla Finanziaria 2004 attraverso la rimodulazione dei parametri di calcolo dei canoni 2004, ha riproposto un aumento indiscriminato del
 
 
250%, solo nei confronti delle imprese turistico-ricreative, con decorrenza 1 gennaio 2004, (questo comporterebbe il versamento di canoni da parte dei concessionari balneari nell’anno 2005 con un aumento pari al 500%); considerato, inoltre, che l’entità sproporzionata dei canoni comporterebbe l’inevitabile crisi del settore con chiusura di molti degli stabilimenti balneari e, di conseguenza, disoccupazione, danno ambientale incalcolabile e, soprattutto, la fine del turismo balneare sulle coste italiane, chiede:
 
1)   la proroga al 31 dicembre 2004 del termine ultimo per l’emanazione del decreto interministeriale previsto dalla legge 350/2003 in ordine alla rivalutazione dei canoni 2004 per le concessioni demaniali finalizzate all’uso turistico-ricreativo delle spiagge;
 
2)   l’immediata costituzione di un comitato tecnico tra tutti i competenti organi istituzionali e le categorie imprenditoriali interessate per arrivare ad una proposta che, attraverso la perequazione dei dati reali attinenti all’effettivo gettito erariale sui canoni di specie e la necessità di assicurare l’incremento delle entrate previsto dalla finanziaria 2004 in 140 milioni di euro, riesca a definire dei nuovi parametri di calcolo dei canoni sopportabili per le imprese balneari.
 
La Confcommercio, pertanto, dichiara lo stato di agitazione della categoria e informa l’opinione pubblica che, in caso di mancato riscontro alle predette richieste, gli associati attueranno la disobbedienza fiscale e la conseguente serrata a tempo indeterminato degli stabilimenti balneari della provincia Picena unitamente a quanto faranno tutti gli altri operatori del settore italiani.
 
* DIRETTORE

12/06/2004





        
  



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