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Prodotti maceratesi protagonisti sul "Financial Times”

| MACERATA - Il quotidiano inglese ha dedicato un’intera pagina alla nostra Provincia, “dove si fa onore alla cucina”

Macerata, ovvero “where the cook is still honoured”, “là dove si fa ancora onore alla cucina”. E’ il titolo col quale il “Financial Times”, il prestigioso quotidiano economico inglese, ha dedicato un’intera pagina alla provincia e al vicino Ascolano, in un bel viaggio tra i sapori tipici di questo territorio.

L’articolo, scritto dalla giornalista Philippa Davenport in seguito a un tour effettuato nell’aprile corso, esalta le nostre virtù enogastronomiche e il loro legame col territorio, contrapponendole al “non-food”, al non-cibo ormai dilagante in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

Un viaggio che ha fatto tappa in diverse località e aziende, ciascuna esaltata per le proprie produzioni. Nell’articolo vengono dunque citate la melata di quercia prodotta dalla Cooperativa di Apicoltori Montani; le confetture, la sapa e il “vincotto” dell’azienda agricola Si.Gi. di Piediripa di Macerata; i legumi biologici e l’orzo dalle incredibili proprietà prodotti da Dionisio Bertini, “vulcanico” imprenditore di Treia; l’olio pluripremiato del frantoio Fuselli Guzzini di Recanati; l’ottimo ciauscolo di Giorgio Calabrò; il formaggio pecorino della famiglia Di Pietrantonio di Belforte di Chienti. Fino a sconfinare nella provincia ascolana, con i maccheroncini di Campofilone di Enzo Rossi.     

 “Appartenere a una zona dove ‘si fa ancora onore alla cucina’ è ovviamente motivo di soddisfazione – commenta il presidente di Coldiretti Macerata, Luciano Fuselli -, specie se alla base della cucina in questione ci sono produzioni di qualità che mantengono ancora uno strettissimo legame col territorio”. “L’articolo del ‘Financial Times’ è solo l’ultimo esempio dell’attenzione che la stampa estera sta rivolgendo alle Marche – aggiunge il direttore di Coldiretti Macerata, Luigi Masnari -, che hanno ormai assunto stabilmente la qualifica di ‘nuova Toscana’. Ma l’obiettivo è di poter presto acquisire, anche nell’immaginario, un’identità tutta nostra”.      

16/06/2004





        
  



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