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Michael Moore sei il primo della lista

| Il critico cinematografico Dante Albanesi risponde all'editoriale di Roberto de Berardinis.

di Dante Albanesi

Esimio Dott. De Berardinis, dal suo ultimo editoriale (sabato 22 maggio) apprendo con entusiasmo che gli USA hanno appena vinto la terza guerra mondiale. Mi congratulo con Loro, e immagino dunque che i recenti morti statunitensi e iracheni siano già vittime della quarta.
 
Spero vivamente che gli USA riescano a vincere anche questa, in modo da sgominare per sempre l’odioso regime planetario comunista e antiamericano che noi due ben conosciamo e odiamo. Ed è inutile dire che sono d’accordo con Lei, quando afferma che nella prigione di Abu Ghraib non vi è stata alcuna violenza fisica, ma soltanto trascurabile tortura psicologica, rivolta per giunta ad un pugno di terroristi senza umanità né dignità…
 
Ero preda appunto della sacrosanta esaltazione provocata dal suo pezzo, quando accendo il televisore e scopro che il Festival di Cannes è terminato, e il vincitore è stato un tipo grassoccio chiamato Michael Moore. Io, che vedo soltanto ReteQuattro, non l’avevo mai sentito nominare, ma certi miei amici stalinisti mi hanno assicurato che questo Moore è un grande documentarista, e che nel suo ultimo lavoro “Fahrenheit 9 / 11” osa affermare che il nostro comune idolo George W. Bush abbia occupato l’Iraq unicamente per impossessarsi del suo petrolio; che sia stato in passato un fraterno alleato dell’anticristo Bin Laden, e che abbia addirittura fatto affari con lui!
 
Certo, io e Lei che siamo da sempre fedeli alla globalizzazione dei mercati e dei sistemi di comunicazione, e cioè al libero movimento di risorse, uomini e idee, non abboccheremo mai a tale becera propaganda leninista, evidentemente scaturita da un riflesso condizionato post-ideologico. Ma tant’è… I miei falsi amici dissidenti e no-global hanno insistito dicendo che non capivo nulla, e che Moore non è certo l’unico negli Stati Uniti a dire certe cose. E anzi, hanno addirittura deciso di rivelarmi un segreto che ancora mi fa tremare le vene ai polsi: l’America è piena zeppa di antiamericani!
 
Solo per restare nel campo del cinema, la lista nera è infinita. Abbiamo quel bolscevico pervertito di Quentin Tarantino, presidente della Giuria a Cannes, che ha davvero fatto carte false per regalare la scandalosa vittoria al suo compagno di partito. Quell’anarchico perdigiorno di Sean Penn che addirittura si è messo a pubblicare articoli contro l’eroe di guerra Bush. Coppie di marxisti degenerati come Tim Robbins e Susan Sarandon che girano il loro paese tenendo ridicoli comizi pacifisti. E che dire di quel socialista irresponsabile di Steven Spielberg, che approfitta della platea del David di Donatello (in casa nostra!) per blaterare che “questa guerra è ingiusta”?
 
Grazie a Dio, la morte ha già tolto di mezzo le quinte colonne di questa setta di fanatici ortodossi: loschi individui come Buster Keaton, Nicholas Ray, Stanley Kubrick… Manca solo quel sinistroide di Marlon Brando, e poi di quella generazione avremo fatto piazza pulita. Creda a me, questo verminaio fondamentalista porterà ben presto la democrazia più evoluta del mondo al collasso per implosione, e con effetto domino trascinerà con sé anche i paesi satelliti e nei secoli fedeli come la nostra Patria.
 
Ma non fasciamoci la testa prima che sia rotta, perché le assicuro di una cosa: ‘sto Moore da noi non se lo filerà nessuno. Nel paese protetto da Mediaset il suo film circolerà al massimo con una decina di copie. E vogliamo paragonare i milioni di spettatori quotidiani dei prodi Emilio Fede e Bruno Vespa, con i due-tremila velleitari sovversivi che si sorbiranno “Fahrenheit 9 / 11” ?
 
No, Dott. De Berardinis, possiamo star tranquilli. La civiltà occidentale cristiana e post illuminista è al sicuro.
 
 
 

04/06/2004





        
  



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