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Don Mario Lusek alla festa delle Piccole Suore della Sacra Famiglia

Petritoli | Anche il sacerdote petritolese, allievo di suor Paoletta, ha voluto ricordare i tempi passati e ringraziare

di Giancarlo Fabiani

Don Mario Lusek

La presenza di don Mario Lusek alla festa per i novantanni di suor Paoletta e per quelli coincidenti dell'arrivo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia a Petritoli, ha avuto un significato particolare.

Nativo di Petritoli, attuale responsabile di alto livello nella chiesa fermana, don Mario ha voluto sottolineare così il lavoro, spesso nascosto, delle suore e di suor Paoletta:

"Dicono che sia la parola più ripetuta. E' su tutte le bocche. Viene pronunciata in continuazione. Rischia l'inflazione.   Ma dicono anche che la gratitudine sia la più rara delle virtù. Anche  tra  i cristiani che  ogni giorno celebrano il più grande "rendimento di grazie" (l' Eucaristia).


Ci sono però dei momenti in cui dire grazie è qualcosa di più di un convenevole.
La gratitudine, il grazie di una comunità, diventa anche "riconoscenza".
A Petritoli c'è una occasione per esprimerla in maniera alta.


Siamo chiamati a riconoscere ciò che è stato, ciò che ha significato, ciò che si è realizzato, ciò che è stato trasmesso, nei   90 anni di presenza delle Piccole Suore della S. Famiglia di Castelletto.


Molto è scritto nel diario del cuore di ognuno di noi, nati e cresciuti a Petritoli ed è quasi indicibile per la molteplicità dei ricordi e delle esperienze.
Molto è raccontato dalle vite di tutti coloro, che senza dimenticare le loro radici, ora donano i frutti di quella seminagione in altre terre.


Molto viene espresso ora nel fare memoria di questa storia di presenza.
Una memoria riconoscente.
Non c'è vita di  petritolese, credente o   agnostico, ricco o povero,   grande o   umile che non   sia stato in   relazione per un arco più o meno breve della sua vita   con una di queste "donne" particolari.


Il segreto della loro popolarità   che sfida la crisi di identità cristiana così diffusa oggi, è stato l'"esserci". Cioè la presenza continua, costante, umile, silenziosa nei momenti cruciali della vita di ognuno: nell'infanzia dì tutti coloro che oggi sono adulti (attraverso la scuola materna ), nell'educare a crescere intere generazioni (educazione  al lavoro,  l'attenzione  alla formazione, l'educazione religiosa) nella vicinanza nei momenti di fatica e di dolore ( vivere con e tra la gente) nell'ascolto e nel consiglio ( la  loro casa aperta a tutti) nel testimoniare e raccontare ogni giorno la fede nel Dio di Gesù Cristo in mezzo al popolo ( con il loro particolare carisma).


Certo che un ordine fondato da un parroco e nato e sviluppato in parrocchia, con fiorire fecondo di vocazioni, e con un espandersi costante non poteva non radicarsi nelle diverse comunità fino a fare un tuttuno con esse.


A Petritoli,  in tanti altri piccoli centri, diversi nella nostra Diocesi, le Piccole Suore della Sacra Famiglia hanno contribuito in maniera determinante, divenendo un tuttuno, alla vita della comunità parrocchiale con una pastorale che oggi diremmo "a   tutto   campo"  spaziando   dalla   catechesi   alla   custodia   dei   luoghi   di   culto, dall'animazione  liturgica alla  formazione  permanente,  dall'educazione scolastica all'attenzione alle famiglie, dalla carità al sostegno spirituale ed umano.


 Si sono poste accanto, con familiarità, divenendo "vicinate" di tutti.
E come ogni buon vicino che si rispetti hanno saputo stare al loro posto senza invasioni di campo ma anche con tante premure e disponibilità. Ogni suora ha lasciato una traccia del suo passaggio. Qualcuna più profonda, anche per il lungo tempo vissuto insieme.


Si può dimenticare Suor Paoletta, gioviale e giovane anche in età avanzata, delicata e premurosa in ogni occasione, attenta e coinvolta ad ogni evento della vita locale, sensibile e generosa con discrezione e autenticità ?


E mentre parlo rivivo esperienze, ricordo episodi, rammento volti, incrocio sguardi, rivivo emozioni. Tutte cullano nostalgie di tempi andati, alcune rinnovano la certezza che senza donne del genere resta impoverita l'umanità di molti, altre ci fanno pensare all'insostituibilità di carismi come questi.


E' una grande dono e una ricchezza unica avere ancora a Petritoli una presenza di così alto significato religioso e civile. Da mantenere, da sostenere, da proteggere. Da amare. Con gratitudine. Per me sentirsi grati è come sentirsi di nuovo a casa.


E in questo momento più che mai, la nostra vera casa, la nostra vera origine, non è altro che gratitudine.
La gratitudine unisce. Ed è festa".  

21/06/2004





        
  



5+4=
Suor Paoletta

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