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Obiettivi concreti?

San Benedetto del Tronto | Il punto di vista di un elettore di FI ad Alessandro Curzi, Direttore di Liberazione il quotidiano di Rifondazione comunista nel suo articolo di domenica 20 giugno.

di Felice Di Maro

L’Italia è tra i paesi della Ue che ha avuto la più alta partecipazione alle elezioni del 12 e 13 giugno. Si tratta di un dato che ci impegna tutti e speriamo che la politica d’ora in avanti possa diventare una esercitazione non più riservata a pochi.
 
Più alta sarà la partecipazione e più alto è pensabile che potrà essere il tiro da parte dei vari leader politici. Alessandro Curzi, Direttore di Liberazione il quotidiano di Rifondazione comunista nel suo articolo di domenica 20 giugno ha veramente volato alto.
 
Tralasciando ormai quelli che sono diventati dopo  il 13 giugno i luoghi comuni e frasi faziose del dibattito politico nell’area della sinistra e centrosinistra come ad esempio <<la fine del ”berlusconismo”>> il titolo è stato veramente di rottura almeno tra quelli  rivolti all’Ulivo: “Facciamo un programma che cammini su due gambe”.

Benissimo. Ma con quali gambe? Quelle della sinistra–sinistra e dei riformisti? Non metto in dubbio che in linea teorica potrebbe funzionare verso l’elettorato ma come potrebbe poi nella pratica di un governo che vinca le elezioni attuarsi? Decisamente Curzi  è entrato in un vicolo cieco in quanto un programma di governo dovrebbe avere alla base obiettivi per la riproduzione e distribuzione della  ricchezza, la crescita sociale, e rispondere con atti alle aspettative dei cittadini in quanti più campi è possibile. Lui  invece afferma che il programma deve essere <<…..un pugno di obiettivi concreti, immediatamente e facilmente percepibili>> il che vuol dire che  pressapochismo e superficialismo dovranno non solo stare sempre insieme ma escludere qualsivoglia articolazione che necessiti di analisi e perché no di uno studio sistematico e intensivo.
 
Sembra quasi che per Curzi il cittadino-elettore non sarebbe in grado di apprezzare programmi  connotati da tratti aperti che accolgano contributi che possano venire dai vari ceti sociali durante il mandato di governo. Tutto deve essere presentato prima e nel corso dei prossimi sei mesi. Questa sinceramente non l’ho capita: le elezioni politiche si dovranno svolgere nel 2006, cioè fra due anni. Per lui evidentemente la campagna elettorale è già incominciata?
 
Ma quali sarebbero questi obiettivi concreti? Ecco gli esempi che presenta: “il recupero integrale dell’inflazione reale per i redditi sotto i mille euro mensili. Sì, (è da notare l’affermazione iniziale ‘Si’) una scala mobile a carico della fiscalità generale per chi sta scivolando nella povertà. E poi: “un premio fiscale alle aziende che spendono in ricerca e innovazione, premio ai brevetti e all’occupazione che ne deriva”. Come si vede una botta al cerchio e un’altra alla botte. Ovviamente Curzi non ha dimenticato di aggiungere: “E mai nessun soldato italiano fuori dai confini senza mandato Onu”. Come mai non ha richiesto come digressione s’intende, il rientro dei soldati italiani dall’Iraq? La risposta è che quando si vola alto per comporre linee programmatiche bisogna pure fare astrazione dalle proprie posizioni terra terra,  e abituarsi per il futuro quanto meno a tenere la porta aperta.
 
Per quanto riguarda “il recupero integrale dell’inflazione reale per i redditi sotto i mille euro mensili” dovrebbe spiegare perché <<mille euro mensili>> soltanto. Chi ad esempio ne guadagnasse cinquanta in più perché non dovrebbe recuperare niente? La sua “scala mobile” dovrebbe funzionare solo per chi sta “scendendo nella povertà”. Perché?  Ma il governo Berlusconi ha già operato una riforma in tal senso o no? Chi   ha avuto un reddito lordo di 10.000 euro, l’Irpef per il 2002 che era di 1.258 è passata per il 2003 a 741 con un risparmio di 517 euro? Questo governo quindi al di là di tutto qualcosa ha fatto. Ma Curzi dovrebbe anche dire che significa “povertà” e perché questa scala mobile in concreto la dovrebbe pagare soltanto lo stato?
 
Passiamo agli sgravi fiscali per le aziende che fanno ricerca e  creano occupazione. Quali sarebbero queste aziende? Sono quelle legate in primis a quei flussi dell’alta finanza o no? Il loro profilo è quello delle multinazionali? Quanto meno avrebbe dovuto chiarire che la ricerca dovrebbe essere fatta in Italia, unica garanzia che l’occupazione che ne deriva possa rappresentare un ritorno sicuro per l’Italia. Ma per quanto riguarda le aziende vorrei ricordare a Curzi che con  la legge 366, ottobre 2001, e decreti attuativi 5 e 6, gennaio 2003 e 61, aprile 2002, il governo Berlusconi ha operato una semplificazione delle regole per la creazione, il funzionamento e l’evoluzione delle imprese, per favorirne la nascita e la competitività, in linea con le direttive europee. E’ stata o no una riforma basilare per l’economia e le aziende italiane?
 
Le linee programmatiche che Liberazione ha presentato sono simili alle minestre riscaldate di Prodi e dintorni. L’Ulivo non sa che fare e neanche Rifondazione. Ma una cosa Curzi però l’ha capita molto bene quando parla della “Babele” dei vari gruppi del centrosinistra. Però è da dire che “Babele” è omunque una interpretazione di un periodo molto antico dell’umanità che ci porta al primum vitae. Si tratta di una similitudine che comunque invita  a fare ricerca. Più pratico sarebbe stato visto che volava così alto di dire che nel centrosinistra volano gli stracci. Il suo articolo li ha rappresentati molto bene.

22/06/2004





        
  



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