“È una proposta indecente!”. Non usa mezzi termini il consigliere DS Gabriele Franceschini nel commentare la proposta di privatizzazione del Centro Agroalimentare, avanzata nei giorni scorsi da vari esponenti della maggioranza di centrodestra, dal capogruppo del PRI Antonio Felicetti, all’assessore alle attività produttive Marco Lorenzetti.

 

“È una proposta indecente, buttata lì senza serie motivazioni. Si dice: “bisogna vendere perché la struttura è in perdita”. Ma vendere beni permette di gestire al meglio solo i fallimenti. Faccio un esempio di eventi negativi di tale genere: chi non ricorda il crack Federconsorzi, con 6 mila miliardi di vecchie lire e 17 mila creditori coinvolti? La verità è che se ragioniamo in questi termini l’attuale maggioranza dovrebbe scomparire subito. Tanto è il debito di credibilità, efficienza ed efficacia e di capacità che ha accumulato in appena tre anni nei confronti di questa città”.

 

“Proviamo a fare un ragionamento. Dapprima azzeriamo la situazione, direzionale e programmatica, dell’Agroalimentare. Conferiamo in gestione almeno trentennale la struttura ai privati. Salvaguardiamo il costo-capitale, d’origine pubblica, attraverso un piano di ammortamento sostenibile che possa derivare pure da una forma di comodato utile e pure ridefinendo le quote di proprietà. In breve, creiamo condizioni reali di opportunità per un nuovo sviluppo economico di una zona particolarmente vasta, senza condizioni altre e di alcun genere”.

 

“Il Centro funzionerebbe in presenza di una rivoluzione davvero copernicana e di una radicale trasformazione del tessuto imprenditoriale. Funzionerebbe se risolvessimo due problemi, uno strutturale, l’altro contingente. Il primo riguarda il cronico e basso tasso di assunzioni (dalle specializzazioni ai quadri ed ai dirigenti), nelle nostre aziende; il secondo l’aumento delle materie prime che incrementano i nostri costi. A ciò va ulteriormente aggiunta la bassa propensione all’investimento. Tutto ciò blocca  quell’aumento di valore della produzione che è il target di confine per dire se è o non è ricominciata la crescita dell’Agroalimentare”.

 

"Diciamo che dovremmo partire da qui, affinché commercio e turismo poi possano trainare l’intero comparto economico e produttivo. In particolare il turismo, industria leggera per eccellenza ma a caratterizzazione altamente competitiva. Che fa i conti con un mercato volatile, con comportamenti del consumatore difficili da codificare, con un contesto in cui un singolo evento può spostare interi mercati. In questo senso l’esponenziale efficacia di un centro agroalimentare efficiente è di per sé ragionevole certezza di crescita e di sviluppo”.