I segnali del gioco del calcio e la riviera
| Da Zoff - Perazzoli a Trap - Martinelli
di Renato Novelli
Nella riviera c'era una volta Zoff - Perazzoli che, mentre il Dino nazionale arrivava alla finale degli Europei (2000)contro la Francia, arredava il centro del paese, piantava molte palme, riqualificava l'immagine esterna della città. Per carità Zoff era introverso e Perazzoli scontroso, ma i risultati non furono male.
Magari, dopo la fase 1, si poteva correggere il tiro per migliorare i rendimenti onde non arrivare solo secondi agli Europei e per far compiere a San Benedetto un successivo passo verso un sistema turistico plurale. Ma i due furono sostituiti, Dino nazionale per vergognoso verdetto di BerluscaKaiser e servilismo di Carraro abituato fin dai tempi di Craxi a soccorrere il vincitore, Perazzoli per decorrenza termini.e voglia diffusa di cambiare.
Arrivò Trap - Martinelli. Sembrava fosse il Messia. I più accorti notarono un'analogia: Trapattoni a Monaco era stato l'uomo di Beckenbauer (si dice che le formazioni questi, le mandasse al Trap con un bigliettino la sera prima della partita, Martinelli aveva molti altri sindaci ombra che si specchiavano alla luce del mare. Seguirono anni senza vittorie. Il Trap si chiudeva nel passato del calcio con giocatori arroganti, presuntuosi , Martinelli rappresentava la chiusura della mente sambenedettese: ripiegare su se stessi, sul sentimento locale e localistico, mettere insieme le resistenze ai problemi più che cercare soluzioni.
L'estate degli Europei è arrivata. Ci siamo accorti che il calcio cambia: le squadre - spot fatte di campioni singoli che giocano prima di scendere in campo con i compensi, la pubblicità e gli sponsor, hanno ceduto il passo alle squadre - squadre con qualche campione, qualche mediano, qualche pedalatore che insieme fanno una squadra vera. Un sollievo per chi ama i goal e la geometria dei passaggi. Ci siamo accorti che un pugno di diciottenni prefigurano un nuovo tipo di campione (o un vecchio tipo immortale), che gioca per la squadra e non vuole una squadra che giochi per lui.
Ci siamo anche accorti che San Benedetto deve mutare:le attrattive della riviera non bastano più se non avanza una logica di sistema -sistema di un nuovo turismo (per residenti per esempio), inserito in una nuova economia (qualificazione dei prodotti tipici in pesca e agricoltura, distretto industriale e servizi avanzati fondati sulla qualità,per esempio).
Trapattoni si è presentato agli Euopei in stato di confusione mentale, portando i giocatori bolliti in Portogallo. Martinelli si presenta alla scadenza con una fila di palme spostate di un metro sul Lungomare. L'effetto scenico può sembrare buono, ma qual è il piano generale ? Sappiamo che la giunta ne ha uno di cui si vocifera, ma pochi sanno realmente qual è.
Ma perché i cittadini non possono sapere cosa si sta progettando? Già come il Trap che non dice mai neppure a se stesso quale tattica sceglie in campo. Il calcio cambia e anche il turismo e perfino il modo di vivere il paese da parte degli abitanti.
Ci sono energie nuove nel calcio e ci sono migliaia di persone che usano il lungomare. Partire da loro per costruire un calcio che sappia vincere con la Grecia e un sistema di sport, salute, isole ambientali e socializzazione che sappia raggiungere il cuore dei turisti.
Tutto il resto è quel mondo dei Trap e dei Martinelli, dove solo le parole sono fatti, tutto il resto è chiacchiera.. Il marchingegno funziona, fino a quando non arrivano Svezia Danimarca e Bulgaria.
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28/06/2004
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