Castorano: rinnovano il centro storico
Castorano | Plausi e critiche all'evento
di Roberto Franceschi
Davanti ad un folto pubblico di Castoranesi e di forestieri accorsi anche grazie ad un grosso battage pubblicitario, sabato 22 Maggio u. s. in Piazza Umberto I si è proceduto all'inaugurazione del centro storico del paese. Alle ore 17 circa il sindaco uscente ha preso la parola e, dopo aver salutato gli astanti, ha ringraziato ed elogiato ingegneri, architetti ed esperti vari che, a diverso titolo, avevano contribuito alla realizzazione dei lavori.
Particolare vanto ha menato per aver affidato ad un esperto forestiero (per motivazioni ignote a noi comuni mortali) l'incarico di redigere uno scritto sulla vita e sulle opere di Padre Carlo Orazi da Castorano, missionario e sinologo che, dopo aver vissuto per ben 34 anni in Cina, tornò al suo paese natale per trascorrervi gli ultimi anni della sua operosa esistenza.
La parola è poi passata al Consigliere Regionale Gabriele Martoni che a sua volta ha elogiato il sindaco per la competenza e la tenacia con cui ha realizzato il suo programma, venendo così implicitamente a smentire le ricorrenti voci di aspri contrasti che li avrebbero contrapposti per ben 2 legislature.
Terminato il discorso, i numerosi presenti si sono riversati nei locali attigui alla piazza in cui è allestito il Museo dell'Artigianato ove, accanto agli attrezzi degli antichi mestieri, sono esposte delle fotocopie, rilegate in volume, di alcuni scritti di Padre Carlo Orazi, nostro più illustre compaesano. Scritti peraltro noti a molti Castoranesi, che avevano potuto prenderne visione grazie ad un microfilm, ora misteriosamente scomparso, acquistato presso la Biblioteca Vaticana nel 1973 dal prof. Giovanni Fanesi per conto di Don Francesco Fiori, allora parroco di S. Maria della Visitazione in Castorano. Terminata la visita al museo, la folla si è riversata sulla " Torre Civica " che per lungo tempo era rimasta chiusa nel corso dei lavori di restauro.
A questo punto, esaurito il compito di cronista, mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni. L'attributo " civica " riferito alla torre cinquecentesca, mi sembra improprio dal momento che l'edificio non appartiene al Comune di Castorano ma alla chiesa parrocchiale e che, come si legge nel rogito redatto nel 1537 dal notaio G.A. Castelli, la Comunità aveva su di essa il diritto di usarla, solo in caso di necessità, per la difesa del castello: " ...Communitas habeat jius dicte torris pro custodie castri ".
La locuzione corrente " torre civica " ha avuto infatti un'origine relativamente recente dal momento che essa risale al 1951 quando una formazione politica locale ne fece il logo con cui partecipò alle elezioni amministrative del 5 Giugno dello stesso anno perdendole regolarmente. Quanto poi ai lavori di restauro, mi pare il caso di rilevare come alcune decisioni dei sullodati tecnici sembrerebbero filologicamente immotivate.
E qui, tanto per citare le più vistose, mi riferisco alla struttura in mattoni vagamente somigliante a un sarcofago aggiunta alla base dell'edificio, all'eliminazione del focolare esistente nel piano abitativo ove i difensori del Castello si preparavano il rancio, allo spostamento del quadrante metallico dell'orologio apposto sulla facciata orientale nel secondo dopoguerra dal fabbro ferraio Amedeo De Cesaris da Capradosso, alla scala metallica che ha sostituito l'originario camminamento interno alle mura perimetrali che conduceva al vano superiore in cui sono alloggiate le campane.
E prima di chiudere il discorso sull'inaugurazione delle suddette opere, mi pare il caso di raccomandare ai futuri amministratori del paese una maggiore oculatezza nell'affidare incarichi per nuovi lavori perchè i Castoranesi, almeno quelli più smaliziati, sono piuttosto diffidenti sulle capacità di " esperti " forestieri, anche alla luce del rifacimento di una rete fognaria che, mirabilia della scienza moderna, avrebbe dovuto sollevare i liquami ad altezze superiori e dopo la pubblicazione degli antichi Statuti del Castello che nel corso della ristampa si sono visti " ringiovanire " di oltre due secoli.
Non sembri quindi fuori luogo ricordare la ben nota massima di Mao, ancora celebrato in paese come il Grande Timoniere, " Non è importante che il gatto sia rosso; è importante che sappia prendere i topi ".
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06/06/2004
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