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La morte di Emidio Galiè: parlano i medici

San Benedetto del Tronto | Il racconto dagli ospedali di San Benedetto e di Ancona

di Giovanni Desideri

La famiglia di Emidio Galiè ha incaricato un legale di chiedere alla Procura di Ancona l’autorizzazione ad effettuare l’autopsia. L’esame verrà condotto domani, venerdì, presso l’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale Torrette. La salma si trova quindi presso la sala mortuaria dell’ospedale e potrebbe rientrare domani stesso o sabato. Presso la sala consiliare verrà allestita la camera ardente. I funerali si svolgeranno nella chiesa dei Sacramentini.
 
Galiè era stato ricoverato martedì 6 luglio presso il reparto di Neurologia dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, diretto dal dott. Luigi Curatola, che racconta così il decorso clinico di Galiè: “al momento del ricovero abbiamo riscontrato lesioni multiple del cervelletto, la cui natura era ed è da accertare. Il cervelletto andava in edema, perché colpito da queste lesioni, inizialmente non di tipo vascolare. Con il passare del tempo si è causato un idrocefalo, che andava derivato chirurgicamente. Di qui il trasferimento in ambulanza alla clinica neurochirurgica dell’ospedale di Ancona, diretta dal prof. Massimo Scerrati”.
 
“Non conosciamo le cause che hanno portato alla formazione dell’idrocefalo, dice ancora Curatola. La mia personalissima ipotesi è che potrebbe trattarsi di dissecazione di un’arteria vertebrale (che è una delle arterie che portano il sangue al cervelletto). Un’evenienza molto rara, che si verifica di solito nei giovani, in seguito ad eventi traumatici al collo. In una piccola percentuale di casi è un evento spontaneo, ma con qualcosa che danneggi dall’interno l’arteria. Anche questo è in fase di accertamento all’ospedale di Ancona. Nel nostro reparto abbiamo somministrato a Galiè antiaggreganti, antibiotici, antivirale, terapia antiedema (cortisonici ad elevato dosaggio), osmotici. A tutto questo non c’è stata reazione.”
 
Galiè è morto martedì 12 luglio. Il giorno successivo è stata effettuata non un’“autopsia”, ma un “riscontro diagnostico”, come ci spiega il medico che se ne è occupato, il dott. Stefano Sisti (unità operativa di anatomia patologica dell’ospedale Torrette di Ancona, diretta dal prof. Guidalberto Fabris).
 
Dice Sisti: “per spiegare gli eventi che hanno causato la morte di Galiè, visto che la causa non è immediatamente evidente, è necessario uno studio accurato, con esami istologici complessi, che richiedono tempo: 30, 60 o più giorni. C’è un elevato numero di possibili cause. Noi lavoriamo sulle diagnosi differenziali: valutiamo una per una tutte le ipotesi che ragionevolmente si possono formulare a priori, fino ad arrivare a quella effettiva. Rispetto a ciò che si è detto in questi giorni posso solo dire che “ischemia” è un termine generico: un’ischemia può essere la causa o la conseguenza di altro. Un “aneurisma” è invece una lesione del vaso, una causa precisa, una possibile causa, che però va dimostrata. È una delle ipotesi che stiamo valutando”.

15/07/2004





        
  



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