Sin dalla prima seduta di Consiglio comunale ho dichiarato pubblicamente che la sfida fondamentale che attendeva il centrodestra non era il sia pure importante riassetto dei conti comunali o la riduzione della pressione fiscale sui tartassati cittadini, ma la riassunzione virtuosa di un percorso di legittimità dell'azione politico-amministrativa: il rispetto dei ruoli istituzionali e la centralità del Consiglio comunale. Anche la scelta del candidato sindaco, Domenico Martinelli, uomo della società civile, aveva avuto questo scopo: porre al centro della vita politico-amministrativo della Città non la figura del sindaco-podestà ma quella del Consiglio comunale quale massimo organo rappresentativo d’indirizzo e di controllo.

Ho perseguito tenacemente l'obiettivo con il rifiuto di abbandonare il Consiglio comunale per un posto offertomi in Giunta, poi con la vicenda dell'elezione del presidente del consiglio (di nomina consiliare e non del sindaco), e ancora con quella dell'assessore allo sport e al turismo, in seguito con la creazione di un gruppo consiliare autonomo, poi ancora con la vicenda del consigliere Giudici (in nome della incompatibilità tra incarico di consigliere e membro di CdA di ente partecipato), poi con la vicenda Ceneri e infine con la vicenda dell'assessore all'urbanistica Leo Sestri.

Il sindaco dovrà pur ammettere la bontà del mio primigenio progetto politico e constatare che finora la mia azione è stata estremamente efficace anche se - lo ammette - pesantemente destabilizzante. Tra gentiluomini i patti (programmatici) si onorano e la colpa della via crucis amministrativa che affligge da tre anni la Città è di chi non ha rispettato un disegno inizialmente condiviso.

Le vergognose tappe sono note a tutti: il sindaco volle imporre al Consiglio comunale il suo uomo alla presidenza e ha fallito, ha voluto delegittimare la mia azione politica disgregando la Lista Martinelli e sono ora responsabile provinciale della Lega Nord (con risultati elettorali provinciali insperati), ha voluto difendere la Ceneri (che non ha saputo raccordare la sua funzione esecutiva a quella di indirizzo e di controllo del Consiglio comunale), ma poi è stata sfiduciata.

Nonostante tutto il calvario amministrativo, il sindaco non sembra aver ancora compreso di non avere il carisma per poter imporre ai consiglieri il recepimento passivo della politica urbanistica comunale. Questo consiglio comunale non sarà mai ostaggio del potere esecutivo. Se egli non troverà il modo per raccordare le forze in campo perirà insieme alla sua maggioranza. Rammento al sindaco che “raccordare” non vuol dire “svilire ed umiliare” i consiglieri comunali come ha fatto con quelli di FI per la vicenda Ceneri e come sta ora facendo per la vicenda Sestri; sostituisca l’assessore Sestri senza entrare in conflitto con i partiti o con i gruppi consiliari e senza demonizzare a mezzo stampa molti delusi alleati.

Si cercano motivazioni per sfiduciare Sestri. Ve ne sono a bizzeffe! Sembra che sia Sestri (che per questa sua colpa non può mantenere la delega all'urbanistica) che il sindaco (che dovrebbe addirittura rassegnare le dimissioni) non hanno compreso che l'urbanistica è materia di Consiglio comunale; non si può ammettere che la bocciatura dei PRUSST, il “Piano Idea” e il  “Piano Spiaggia”, siano stati delimitati in modo preponderante dall'azione dell'esecutivo; trattasi di passaggi così importanti che non potevano essere recepiti ed approvati sic et simpliciter da un Consiglio comunale imbelle, non edotto delle problematiche, non conscio delle soluzioni e assolutamente non convinto dei progetti da realizzare.

Non vi sono alternative. Che il sindaco ne prenda atto. Le regionali sono alle porte e le comunali seguiranno nel 2006; e si respira aria di pesante sconfitta per il centrodestra.

*capogruppo Lega Nord