Si è discussa stamattina ad Ancona, davanti al Tribunale amministrativo regionale, la richiesta di sospensiva avanzata dal Cosmari contro l’autorizzazione rilasciata in primavera dalla Provincia alla società “Smea” di Macerata per svolgere attività di recupero e riciclaggio di rifiuti speciali e urbani dalla stessa raccolti. Il collegio giudicante, udite le parti, si è riservato il tempo necessario al pronunciamento.

In pratica, nei prossimi giorni si dovrebbe conoscere la decisione del Tar sul provvedimento cautelare richiesto dal Cosmari. Cioè la sospensione dell’efficacia dell’atto emanato dalla Provincia, in attesa che gli stessi giudici amministrativi emettano poi una sentenza definitiva nel merito della questione.

Oltre alla Provincia si è costituita in giudizio anche la società “Smea”, rappresentata stamattina in udienza dall’avvocato Claudio Netti di Macerata. La Provincia, invece, era presente attraverso il suo legale, avv. Franco Gentili, mentre il Cosmari ha avanzato il proprio ricorso tramite l’avvocato Stefania Maroni.

Come noto, il Cosmari ritiene illegittima quella autorizzazione, in quanto contrasterebbe con il Piano provinciale dei rifiuti, approvato nel dicembre 2000. L’autorizzazione rilasciata dalla Provincia però si basa su una legge nazionale del 2002, successiva quindi al Piano provinciale, che ha fatto venir meno la “privativa” dei Comuni “per le attività di recupero dei rifiuti urbani ed assimilati”. Il provvedimento che riguarda la “Smea” non è l’unico del resto. Altre imprese operanti nel settore hanno ottenuta identica autorizzazione.