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Gaspari: “destra senza un leader. Entro l’estate un convegno della sinistra sul lungomare”

San Benedetto del Tronto | Intervista al coordinatore comunale dell’Ulivo: “alle provinciali sconfitta mezza giunta comunale”

di Giovanni Desideri

“Le elezioni provinciali hanno dimostrato che la destra è priva di un leader, di una persona che sapesse indicare una direzione, anche nella sconfitta”. Giovanni Gaspari, coordinatore comunale dell’Ulivo di San Benedetto del Tronto, contrappone l’unità del centrosinistra ad una sorta di anarchia del centrodestra. E accusa l’amministrazione comunale su urbanistica e lavori pubblici, parlando di “speculazione edilizia come non si vedeva dagli anni ‘60” e di “azione amministrativa pericolosa” a proposito della riqualificazione del lungomare. Su quest’ultimo tema annuncia un convegno: “ci stiamo lavorando da alcuni mesi. Lo terremo entro l’estate con la partecipazione di importanti tecnici e politici”.
 
In questi giorni, a destra, la sconfitta alle provinciali è stata addebitata, di volta in volta, a Scaltritti, al sindaco Martinelli, ad AN. Qualcuno sostiene anche che Scaltritti sia stato scaricato dai partiti del centrodestra. Secondo lei chi è il colpevole?
“Le elezioni provinciali le hanno perse Scaltritti e Martinelli. Scaltritti non era un leader. Meno che mai Martinelli, che non ha nulla a che fare con la politica e con l’amministrazione cittadina. Martinelli è il signor nessuno, che non esiste né sulla scena politica cittadina, né su quella provinciale. Come un calciatore che entra negli ultimi minuti di gioco e ottiene in pagella un “nc”. Per altro verso non credo che i partiti abbiano scaricato Scaltritti. Sarebbe come credere che le persone siano incapaci di pensare con la propria testa. Non credo sia mai esistito un partito capace di influenzare la decisione di così tante persone. Tanto meno oggi, quando non esistono più i partiti di massa: Forza Italia, AN e gli stessi DS non hanno così tanti iscritti. A decidere sono invece i cittadini. E in questo caso hanno scelto Rossi, che ha avuto il triplo delle preferenze personali di Scaltritti: 12 mila contro 4 mila.”
 
Molti, sempre a destra, sostengono che non è corretto proiettare le provinciali sulle comunali, perché a queste elezioni mancava il valore aggiunto della “Lista Martinelli”.
“L’amministrazione comunale aveva schierato quattro dei suoi otto assessori e due capigruppo nei collegi di San Benedetto. Hanno rimediato una sonora batosta: il centrosinistra è tornato maggioranza, con il 52,76%. Un successo particolarmente netto lo abbiamo avuto nel collegio nord, con un incremento del 7%, nonostante il 3,5% della Lega e il 7,99% dell’UDC proprio in quel collegio. Mentre un calo altrettanto visibile lo ha avuto l’assessore alla cultura Bruno Gabrielli al centro, con un risultato inferiore a quello ottenuto nel 1999 nello stesso collegio da Giovanni Piergallini, che pure risiedeva a Porto d’Ascoli. Per questo saremmo felici se nel 2006 il nostro avversario fosse davvero Martinelli: la gente in questo momento non sa che a San Benedetto ci sia un sindaco e che questo sindaco sia Martinelli.”
 
Il 7,99% dell’UDC ha segnato un successo per l’assessore Lorenzetti.
“Lorenzetti ha avuto un risultato inferiore di quello complessivo ottenuto dall’UDC a livello provinciale, nonostante abbia profuso un grande impegno economico personale e un grandissimo impegno economico finanziato tramite le casse comunali: in questi ultimi mesi è stato assessore all’urbanistica, ai lavori pubblici, al commercio.”
 
Ma anche la sinistra a San Benedetto non sembra passarsela bene: la Margherita non ha partecipato al voto sul supermercato Marconi, a volte lei stesso non compare a riunioni importanti dei DS.
“La sinistra ha dimostrato in queste elezioni di aver imparato bene la lezione del 2001: uniti si vince. Una regola che dobbiamo avere scolpita come le tavole della legge di Mosè. Quanto a me, io non temo la discussione politica. Guardiamo al caso della designazione di Massimo Rossi come candidato presidente: il centrosinistra discuteva animatamente fino a sette giorni prima. E per ragioni politiche. Ma una volta effettuata la designazione, ci siamo impegnati senza se e senza ma. Quanto invece alla Margherita, l’importante è che la delibera sul Marconi non sia passata. Poi le alleanze si fanno intorno ad un progetto. Ciò che mi interessa è che la Margherita si sia impegnata con noi in convegni come quello sul Piano Regolatore, sul turismo o su altri argomenti. La discussione è una cosa auspicata. Poi però va fatta una sintesi e ci si deve mettere al lavoro. Per questo l’uscita di Paolo Forlì sul “dialogo con la Margherita” per il 2006 mi fa provare simpatia per il Forlì radicale che riemerge ogni tanto. Il Forlì che diceva che con Rossi candidato la destra avrebbe avuto il 75% dei voti.”
 
Anche a sinistra non manca chi ammette che da circa un anno le cose sono cambiate nell’amministrazione comunale: molte opere finanziate in bilancio, interventi come in via Fiscaletti o quelli imminenti sul lungomare, o l’altro dal Florian alla rotonda Giorgini. Tutto questo potrebbe premiare il centrodestra nel 2006.
“Se il criterio delle cose realizzate fosse il criterio giusto, l’amministrazione Perazzoli sarebbe rimasta al governo per molti decenni. Non solo non crediamo alla conferma del centrodestra, ma faccio anche notare che non serve a niente parlare di finanziamento delle opere in bilancio, perché la destinazione dei fondi può sempre essere cambiata. Conta ciò che di fatto viene realizzato. E come viene realizzato. Per esempio, le palme sul lungomare dovevano essere spostate di due metri verso ovest. Si sono fermati a un metro e quaranta circa perché hanno scoperto una conduttura fognaria: siamo all’improvvisazione pura. Basti pensare che per il terzo anno c’è un avanzo di bilancio di circa quattro milioni di euro. Ovvero soldi che non riescono a spendere. Ma sul tema del lungomare ci sono irregolarità ben più gravi.”
 
Quali?
“I lavori per lo spostamento delle palme sono finiti da più di dieci giorni, mentre la delibera è stata approvata il primo luglio. Su questo stiamo raccogliendo informazioni e nei prossimi giorni faremo considerazioni più dettagliate.”
 
Pur sempre un’opera ormai avviata e realizzata, ciò che va a vantaggio dei cittadini.
“Per il momento lo spostamento delle palme ha creato il caos nel passaggio delle biciclette e dei pedoni. E questo può verificarlo chiunque. Poi la riqualificazione di soli 700 metri traccia una linea amministrativa pericolosa, perché si inizia una progettazione che crea attese che non saranno gestibili, se non cementificando l’area del Campo Europa e dell’ex Tirassegno. D’altra parte questa amministrazione sta dando vita ad una speculazione edilizia come non si vedeva dagli anni ’60: vengono realizzati troppi edifici con destinazione D2, ma che non hanno nulla di artigianale, magari aspettando un condono edilizio. L’amministrazione avrebbe dovuto far scattare le norme di tutela e bloccare le aree ancora prive di una destinazione. Invece ha lasciato che si realizzassero centinaia di migliaia di metri cubi D2.”
 
Cosa si aspetta dalla verifica di giunta in corso in questi giorni?
“Non si tratta di una verifica politica, ma di una suddivisione diversa delle poltrone. Faccio notare che mentre la città vive problemi come quello delle mucillagini o lo sciopero dei concessionari di spiaggia per l’aumento del 250% dei canoni demaniali, loro cosa fanno? Una verifica di giunta. Che per giunta è una farsa: gli assessori di Forza Italia avrebbero dovuto rimettere le loro deleghe al segretario generale del Comune, non al coordinatore del partito. Ma in questi anni la città ha assistito e ancora assiste allo spettacolo di consiglieri che vanno e vengono dalla maggioranza. La città ha il diritto di sapere cosa c’è dietro.”
 
Voi del centrosinistra come vi presenterete agli elettori nel 2006?
“Con una classe dirigente nuova, selezionata in base all’impegno qualitativo e quantitativo profuso in questi anni. Persone che provengano dal vivaio dei partiti, dei movimenti, delle organizzazioni. Dalla fine degli anni ’90 all’inizio del nuovo secolo abbiamo avuto una fase di transizione. Ora non è più tempo di persone prestate alla politica, ma di persone che abbiano una passione per la politica. Solo così si può portare una ventata di aria nuova nella politica sambenedettese. Abbiamo bisogno di un salto di qualità.”

03/07/2004





        
  



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