Disastro ambientale del Gran Sasso: denunciati i vertici.
| TERAMO - Erano state fatte concessione, da parte del Parco, ad alcuni allevatori dell'uso di gabbie per la cattura dei cinghiali all'interno del territorio protetto (che comprende le province dell'Aquila, Teramo, Pescara, Rieti e Ascoli Piceno)
La polizia ha denunciato , alla procura della Repubblica di Teramo, Giorgio Morelli, dirigente del coordinamento territoriale ambiente del Corpo forestale dello stato per il Parco nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga, Walter Mazzitti e Dario Febbo, rispettivamente presidente ed ex direttore dello stesso Parco.
Le accuse sono: Disastro ambientale, abuso d'ufficio, maltrattamento di animali, violazioni alla legge sulla caccia per bracconaggio.
Ufficialmente le gabbie servivano per il controllo della popolazione di cinghiale ma la legge sulla caccia, la 157 del 1992, vieta la produzione, la vendita e la detenzione di questi meccanismi per il controllo della fauna selvatica.
In merito all'uso delle gabbie per la cattura dei cinghiali all'interno del territorio protetto, queste sono state concesse, a partire dal 1999, sulla base di una graduatoria agli agricoltori maggiormente danneggiati dal proliferare indisturbato della popolazione di ungulati.
Secondo il contratto stipulato con gli agricoltori, le gabbie possono essere aperte solo sotto il diretto controllo della Forestale, che deve redigere un verbale dal quale risulti il numero complessivo dei capi ed il peso di ogni animale, l'autorizzazione al trasporto ed alla macellazione.
Ogni animale, inoltre, deve essere sottoposto a controlli veterinari prima della commercializzazione della carne. I capi catturati e regolarmente censiti ammontano a circa 4.500, dal 1999 ad oggi.
Le risultanze investigative, hanno dimostrato che alcune delle gabbie sarebbero state aperte senza il diretto controllo della Forestale. In questo modo, sarebbero sfuggiti il controllo dei capi catturati realmente e la loro destinazione. Capi che potrebbero essere stati immessi nel circuito alimentare peraltro, senza le prescritte autorizzazioni sanitarie.
Nei giorni scorsi la procura prima e il gip di Teramo poi, hanno disposto il sequestro di alcune gabbie di cattura. Nel provvedimento di sequestro si evidenzia la possibilita' che la carne degli animali catturati in nero posa essere finita nel ciclo alimentare in assenza dei controlli veterinari prescritti, non escludendo che la carne possa provenire animali malati di peste suina e trinchinella.
Quest'ultima, in particolare, potrebbe rivelarsi letale per l'uomo. All'aspetto sanitario si aggiungerebbe quello relativo al danno prodotto al patrimonio indisponibile dello Stato, di cui la fauna selvatica fa parte.
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10/08/2004
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