Lettera di Pompei Nazzareno a Giambattista Perotti e Ubaldo Ulissi
San Benedetto del Tronto | Non ritengo giusto il fatto che una opinione deformi la realtà arrivando ad insinuare che il sottoscritto voglia rappresentare i cosiddetti poteri forti.
di Pompei Nazzareno*
Carissimi amici Giambattista Perotti e Ubaldo Ulissi
Mi sembra che il Vs. articolo abbia superato qualsiasi limite della decenza in quanto, pur ritenendo giusto che da parte di qualsiasi persona ci possa essere una critica al mio operato politico e una opinione difforme dalle idee di chiunque, non ritengo giusto il fatto che una opinione deformi la realtà arrivando ad insinuare che il sottoscritto voglia rappresentare i cosiddetti poteri forti.
Se avete seguito i mesi di dibattito trascorsi, cosa che non credo, vi sarete accorti che esistono diversi argomenti urbanistici e di metodo che il sottoscritto a nome di Forza Italia ho sottoposto alla valutazione della maggioranza.
Uno dei tanti è quello che in nome della partecipazione si vuole far fuori una parte della città rappresentata dai partiti e dalle istituzioni politiche intermedie. Nessuno si è mai sognato, tanto meno il sottoscritto, di eliminare il rapporto con i quartieri e con le associazioni, che comunque anche questi reclamano la scarsa partecipazione alle decisioni urbanistiche, ma chiedo a viva voce che i partiti siano messi alla pari degli altri e che i consiglieri abbiano, attraverso la commissione consiliare, la possibilità di dire il loro pensiero.
Questo criterio è stato spesso visto come una intrusione della politica ventilando che i partiti rappresentano i poteri forti invece ricordo che i partiti sono gli unici soggetti che sono messi sotto esame e se, non rappresentano bene la città, vengono penalizzati dai propri elettori come accade in qualsiasi democrazia compiuta.
Altro argomento, detto più volte dal sottoscritto, che confuta le insinuazioni che velatamente avete voluto mettermi in bocca, è quello che prima di stabilire le cosiddette zone nelle quali si potevano studiare e verificare gli accordi di programma bisognava avere chiare le priorità di sviluppo economico sociale e culturale della città e le opere pubbliche conseguenti a tale analisi con i relativi valori di investimento e poi iniziare una analisi delle parti della città che potevano essere oggetto di accordo con privati.
Ribaltando così il criterio sottostante alla modalità con il quale sono nati i Prust. Tanto è vero che quando in maggioranza si parlava del Piano Idea ho ritenuto importante appoggiare il pensiero di alcuni che ritenevano importante stralciare dal Piano idea qualsiasi riferimento relativo ai metricubi e agli ingombri previsti nella bozza iniziale dello stesso al fine invece di precisare, cosa chiara in delibera, le priorità anzidette e le opere pubbliche necessarie.
Preciso che gli argomenti portati alla attenzione non sono descritti per criminalizzare lassessore Sestri ma per confutare invece delle idee sbagliate sbandierate dai difensori dello stesso che vengono addebitate alla maggioranza di Centro destra e che invece mai la stessa si è sognata di pensare ed avvallare.
* Vice coordinatore di Forza Italia
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05/08/2004
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