L’autismo è una disabilità che rientra nell’ambito dei “disturbi generalizzati dello sviluppo” e che in genere comporta compromissione delle abilità sociali, del linguaggio e del comportamento. Secondo le ultime stime ha una prevalenza che varia da 1:270 a 1:1000) molto di più di quanto ci si potrebbe aspettare.

 

E’ uno “spectrum disorder”, il che significa che colpisce le persone in modo talmente differente per cui è impossibile una generalizzazione: ad esempio alcune persone autistiche possono parlare, altre invece hanno un linguaggio scarso o del tutto assente.

Lasciate senza cure, molte di loro non riescono a sviluppare abilità sociali ne’ linguaggio, e molte arrivano a manifestare gravissimi problemi di comportamento, quali auto e/o eteroaggressività, che rendono quasi impossibile qualsiasi forma di contatto sociale sia in famiglia che nella collettività, a fronte di un aspetto fisico assolutamente nella norma.

Dopo aver in altre occasioni parlato della necessità di diagnosi precoci e trattamenti ri/abilitativi, a cui un progetto regionale sta lavorando intensamente, intendiamo proporre all’attenzione di tutti che l’autismo si può curare.

 

Non è guaribile nella maggior parte dei casi e allo stato attuale delle conoscenze. Ma è trattabile.

“Autismo trattabile” è anche il nome della campagna promossa quest’anno dal DAN! (Defeat Autism Now!), un movimento internazionale di medici e ricercatori nato negli Usa circa 10 anni fa.

(dal sito www.genitoricontroautismo.com)

Due volte all’anno questi medici e ricercatori, provenienti da tutto il mondo, si riuniscono in congresso per aggiornarsi e per far si che la ricerca non prosegua per compartimenti stagni, ma sia frutto degli sforzi congiunti di specialisti di varie discipline, dal gastroenterologo al neuropsichiatra , all’immunologo, al genetista ecc..

 

Anche se molti specialisti in Italia, e non solo, si ostinano a sostenere il contrario, è oramai chiaro che l’autismo non si combatte solo con gli interventi riabilitativi ma anche indagando in profondità e cercando poi di intervenire sulle molteplici disfunzioni biochimiche che accompagnano il disturbo, con conseguenti miglioramenti della sfera cognitiva e comportamentale.

 

Le persone con autismo in Italia, purtroppo, non possono godere di questi trattamenti medici perché sono affidate esclusivamente ai neuropsichiatri, i quali, considerando l’autismo solo come un problema psichiatrico, lo affrontano come un disturbo mentale e non medico, curando i pazienti esclusivamente con terapie farmacologiche (psicofarmaci e a volte antiepilettici), senza invece andare ad indagare sulle problematiche biochimiche che, obiettivamente, esulano dalle loro competenze ma che rivestono invece una fondamentale importanza nella definizione di questa complessa patologia organica.

 

In realtà non esistono psicofarmaci efficaci e privi di pesanti effetti collaterali. Può darsi che sia così perché non si sono ancora minimamente chiariti i problemi biochimici che sono alla base della patologia, i quali non necessariamente devono partire dal cervello.

Purtroppo le ricerche in questo campo in Italia e all’estero sono assolutamente inadeguate: si preferisce investire in altri settori, forse più redditizi, quali la riabilitazione, gli psicofarmaci… ma questo non è un problema solo dell’autismo.

 

E c’è di più. Benché l’OMS definisca l’autismo come un disfunzionamento neurobiologico, ancora nella nostra regione vi sono professionisti che operano con metodiche basate sull’interpretazione dell’autismo in chiave psicogenetica, che è stata rifiutata da anni dalla comunità scientifica internazionale.

 

Tutta questa serie di problemi rende l’autismo una condizione quasi senza speranza.

Recenti sviluppi della ricerca mostrano, invece, chiaramente che con interventi biomedici e terapie riabilitative precoci e molto intense sia bambini che adulti possono ottenere progressi, tanto più apprezzabili quanto più l’intervento è tempestivo.

 

E’ essenziale non perdere la speranza.

 

Chiediamo che anche in Italia sia data la possibilità alle persone con autismo di usufruire di accertamenti diagnostici e terapie mediche senza oneri esorbitanti in termini di stress e di spese dovuti alla necessità di doversi recare all’estero.

 

Chiediamo che la ricerca scientifica sia potenziata, multidisciplinare e abbia come obiettivo immediato il raggiungimento di uno stato di salute almeno accettabile per ogni individuo affetto da questa patologia.

 

*ANGSA Marche Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici