Si chiama Franco ma tutti lo conosco meglio come “Prichiò”, ed è uno dei pochi artisti-pescatori sambenedettesi che ha unito al lavoro di pescatore di lunga tradizione famigliare, l’interesse per la pittura, che oggi ha fatto la sua vera passione.

Molte le mostre in giro per l’Italia, che hanno raccolto premi, diplomi e consensi.

 

La sua arte in poche parole? L’espressione reale del mare e dei suoi protagonisti: i pescatori.

 

Del resto chi meglio di un pescatore, può mettere su tela, il vissuto quotidiano di un lavoro, così duro, pericoloso e alcune volte maltrattato?

 

La natura dell’uomo di mare, prende il volto consumato di un pescatore intento nel ritirare le reti da pesca; i segni d’espressione “scolpiti” dal vento, dalla salsedine, dalla tempesta e dalla fatica prendono forma attraverso il pennello per trasmettere un messaggio univoco: l’amore per il proprio lavoro, per il mare e le proprie origini sambenedettesi.

 

Navi in balia della tempesta, e gabbiani che dipingono il cielo terso si aggiungono all’uomo, facendogli da cornice.

 

Tutto questo “Princhiò” l’ha regalato agli sguardi degli ospiti allo chalet Da Luigi in occasione della “Festa nostra dell’estate” del Circolo dei sambenedettesi.

Come già detto dall’86 fino ad oggi le sue mostre hanno fatto il giro d’Italia, Milano, Caserta, Ceglie Marittima (BR), Viareggio, fino alle località nostrane, facendolo apprezzare dalla critica come un artista di sicuro avvenire.