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“Ampliamento del Cediser o l’11 ottobre occuperemo i locali!”

San Benedetto del Tronto | Il presidente del C.Ha.P.P. Franceschini chiede tutela dell’incolumità, chiarezza sugli orari, assistenza sanitaria

di Giovanni Desideri

Rendere effettivo l’ampliamento della superficie del Cediser Arcobaleno (il centro diurno per persone diversamente abili, in via Machiavelli 2 a San Benedetto) da 339 metri quadrati a 939 entro il 10 ottobre, altrimenti l’11 ragazzi ed associati del C.Ha.P.P. occuperanno i locali.
 
Una superficie di circa 600 metri quadri è infatti adiacente ai locali attualmente utilizzati, ma non è stata integrata alla struttura preesistente. L’occupazione è il gesto estremo annunciato da Gabriele Franceschini, presidente del Comitato Progetto Handicap Piceno (associazione con sede a San Benedetto e due delegazioni: a Grottammare, e Cupra Marittima e Carassai), che ha comunicato tale risoluzione al sindaco Martinelli, tramite una lettera protocollata giovedì 16 settembre.
 
Questa mattina, venerdì, Franceschini ha tenuto una conferenza stampa per illustrare i termini della questione, accompagnato da genitori e membri del Chapp (Franca Esposito, Antonietta Palestini, Sergio Pezzuoli, Loretta Rispoli, Sergio Urbanelli, Antonella Vagnozzi).
 
“Al Cediser fanno ricorso 29 ragazzi – ha detto Franceschini – affetti da patologie psichiche, sensoriali o plurime, di diversa gravità. Una delibera del consiglio comunale prevedeva l’ampliamento del Cediser, assegnava 120 metri ad attività del comitato di quartiere e il rimanente a progetti come il progetto Equal, per la costituzione di cooperative tra ragazzi “normodotati” e diversamente abili. Il progetto Equal è stato avviato tre giorni prima delle ultime elezioni, mentre i ragazzi del Cediser sono ancora lasciati in una situazione di promiscuità che mette a rischio l’incolumità dei ragazzi e degli operatori del centro. Lo spazio pro capite è del tutto insufficiente.”
 
“Sembra che la convenzione con la cooperativa che gestisce i locali sia stata firmata – aggiunge il signor Urbanelli – ma questo non toglie le lungaggini e il mancato ascolto alle nostre richieste.”
 
“Una seconda richiesta – prosegue Franceschini – riguarda la definizione chiara degli orari di apertura del centro. Alcuni ragazzi hanno bisogno di assistenza costante e continua, tanto che la legge assegna loro un tutore per il periodo di chiusura dei centri, che non può superare le due settimane. Un altro aspetto che chiediamo di definire è poi quello delle qualifiche professionali degli operatori, attualmente non rispondenti alla funzione di un centro socio-educativo e di riabilitazione.”
 
“Infine – conclude Franceschini – devo dire che durante il periodo nel quale sono stato assessore ai servizi sociali non sono riuscito a stabilire un protocollo di intesa con la ASL 12 per l’assistenza sanitaria. Neppure l’attuale amministrazione ci è riuscita, ma ora questo provvedimento è necessario, perché sin dall’apertura del centro, il primo ottobre 1995, l’assistenza è stata garantita a titolo di volontariato unicamente da nostri associati medici, come i dottori Curatola, Carboni, Romani, Ubaldi e altri, cui andrà sempre la mia riconoscenza. Ho chiesto un incontro con i sindaci di San Benedetto e Grottammare, con il coordinatore dell’Ambito Sociale De Santis e la direttrice del distretto sanitario della ASUR 12 dott.ssa Picciotti, ma nemmeno su questo ho avuto risposta. Rivendichiamo il diritto alla salute e allo studio, che dovrebbero essere garantiti per tutti i cittadini.”

17/09/2004





        
  



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