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Progetto Edilmassi, Gaspari: “il Comune non si privi di tutte le aree di interesse del PRG”

San Benedetto del Tronto | Il progettista smentisce si tratti di un supermercato. Il capogruppo DS insiste: “sì al piccolo commercio nelle zone C, ma per farne un supermercato è necessaria una variante al PRG”

di Giovanni Desideri

“Il Comune di San Benedetto non si privi di tutte le aree di interesse del Piano Regolatore, classificate come “C” e “D2”, prima dell’approvazione del piano stesso.” Così il capogruppo DS Giovanni Gaspari, che interviene a proposito di un progetto della Edilmassi per la costruzione in via del Cacciatore a Porto d’Ascoli di una struttura (“ma ancora non sappiamo con quale destinazione”, dice il progettista, arch. Alfredo Gazzoli) su due piani più parcheggio seminterrato, bocciato dalla commissione urbanistica il 14 settembre scorso.
 
Gaspari stigmatizza il rilascio di concessioni su tutte le aree di interesse per una programmazione da parte pubblica, “perché altrimenti – dice Gaspari – il Piano Regolatore sarà svuotato di contenuti, salvo inserire nelle norme tecniche di attuazione ciò che qualcuno già oggi chiede, sapendo che lo otterrà.”
 
Entrando nello specifico del progetto Edilmassi, Gaspari disquisisce su ciò che è consentito e non è consentito in “zone C” come quella del progetto presentato: attività commerciali sì, ma non invece un supermercato. Una destinazione, quest’ultima, che richiederebbe una variante al Piano Regolatore da approvare in consiglio comunale.
 
“Il precedente – dice Gaspari – è una convenzione del 28 aprile 2004 tra il Comune di San Benedetto e la “Edilcostruzioni 1980 Srl”, per un area sita in via Forlanini, in cui la distinzione viene chiaramente formulata. E non vorrei che qualcuno facesse credere che un cambiamento tra piccolo commercio e supermercato possa essere effettuato in qualsiasi momento, senza tale passaggio.”
 
L’arch. Gazzoli smentisce ciò che avevamo riportato in data 15 settembre: “non abbiamo affatto intenzione di realizzare un supermercato. Anzi, non abbiamo alcuna destinazione prefissata per la nostra struttura. Certamente ne faremo un uso consentito. Quanto poi alla differenza tra la superficie catastale da noi indicata e quella risultante al catasto, in tutta Italia un tale errore sarebbe stato corretto d’ufficio, perché il progetto non ne viene affatto modificato. La cubatura da noi prevista è perfettamente regolare. E invece di questa vicenda si è fatto un caso.”

20/09/2004





        
  



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